Il "Fondo di Emergenza" istituito dal MiBACT risulta, ad oggi, un miraggio.
In questi giorni si è fatto un gran parlare, sui social, dell'azione avviata dall'AIAV per richiedere alcuni interventi regolatori sul dispositivo del "Fondo di Emergenza" - o come viene ormai amichevolmente chiamato "fondo perduto" - istituito dal MiBACT per ristorare agenzie di viaggio e tour operator di una parte delle perdite economiche sofferte a causa del Covid-19 e la cui capienza di 665 milioni di euro risulta, a tutt'oggi, perfettamente integra in quanto non ha ancora erogato neppure un solo euro.
Come quasi tutti sanno, è stato lo stesso MiBACT a definire i requisiti necessari per poterne beneficiare nonché le modalità e le misure di assegnazione dei contributi, e l'ha fatto per mezzo del Decreto del 12 agosto 2020 col quale ha tracciato le necessarie disposizioni applicative. Infine ha precisato la data ultima per la presentazione delle domande (9 ottobre 2020) ed ha fatto sapere che dopo 30 giorni sarebbero arrivati i soldi a tutti gli agenti di viaggio. Questo ha generato un clima di attesa e di speranza, persino di buonumore che, in questi momenti, è davvero merce rara...
Poi il Ministero ha pensato bene di pubblicare 240 pagine contenenti l'elenco completo dei soggetti "approvati" (allegato A) e si è scatenato l'inferno: molte agenzie che operano esclusivamente (o quasi) in intermediazione hanno scoperto che altre agenzie, dal volume d’affari pari al loro, beneficiavano di un ristoro decuplicato solo perché abituate a lavorare per lo più in 74Ter. Qualcuno si è poi accorto di agenzie ormai chiuse ma ancora ben visibili in elenco con la previsione di incassare lauti ristori (anche diverse centinaia di migliaia di euro…) e di altre – anch’esse chiuse – con alle spalle lunghi elenchi di debiti verso clienti o fornitori. E sorvoliamo sulla questione del possesso dei requisiti, primo tra tutti il rispetto della protezione insolvenza-fallimento, e sulla richiesta di sforamento del temporary framework chiesto all’ultimo istante per fare un favore ai grandi gruppi dell’operating e del networking…
In AIAV abbiamo un’abitudine che riteniamo essere corretta: ascoltiamo sempre con attenzione le problematiche dei nostri associati. Quando tanti di loro hanno chiesto un nostro intervento non abbiamo potuto certo far finta di niente: ci siamo armati di pazienza e abbiamo scritto al MiBACT – e in copia al Presidente del Consiglio e al MEF – chiedendo di “correggere” quelli che, alla luce dei fatti, risultavano essere errori, alcuni fatti sicuramente in buona fede. Da chi? Qualcuno pensa vi sia un macro-errore generato da una lettera firmata da più associazioni, queste – in risposta – scaricano la colpa proprio sul Ministero…
Sicuramente non è colpa nostra se i quattrini non arrivano, ma per far pressing sull’erogazione del denaro e, se possibile, per ottenere una briciola di verità in tutta questa vergognosa vicenda, abbiamo chiesto al MiBACT che:
- sia erogata, con la massima celerità, la prima tranche di aiuti previsti alle agenzie indicate negli elenchi già pubblicati;
- prima di erogare la seconda tranche di aiuti, si provveda ad eliminare dagli elenchi quei soggetti che non possono e non devono attingere alle risorse per i motivi già indicati (mancanza del fondo di garanzia alla data del 1° luglio 2018, chiusura dell’attività, ecc.);
- si rivedano i moltiplicatori stabiliti, per ristorare le perdite subite dalle agenzie di viaggio, adottando un criterio migliorativo, a favore della pura intermediazione, oggi fortemente penalizzata da una lettura sbagliata del termine “fatturato”, utilizzando un parametro direttamente collegato alle dichiarazioni dei redditi del precedente esercizio;
- si eviti di concedere aiuti di Stato in contrasto con le disposizioni dell’Unione Europea e col buonsenso, penalizzando le realtà minori e favorendo le maggiori, creando una insostenibile distorsione della concorrenza. Se si preferisse ignorare tale richiesta in questa precisa forma, allora si stralci questa parte dal provvedimento generale adottandone uno specifico. Questo per evitare che, nell’attesa di una risposta dalla UE, migliaia di famiglie debbano ricorrere alla Caritas o ad altre forme di sostegno per sopravvivere.
Questo, abbiamo chiesto. L’abbiamo chiesto perché è ciò che vogliono tanti colleghi e perché – alla fin fine – è ciò che è giusto ottenere se vogliamo veramente poter confermare ciò che ci piace scrivere e leggere su Facebook, ovvero che “…gli agenti di viaggio sono persone per bene…”.
Quindi questo è quanto. Noi vogliamo assolutamente che le PERDITE subite dalle agenzie di viaggio e dai tour operator vengano ristorate, e in fretta, ma vogliamo ci sia equità nell’erogazioni, perché secondo noi non possono esistere figli e figliastri.
Nello stesso modo vogliamo che i soldi destinati agli agenti di viaggio si trasformino in opportunità di lavoro, che permettano alle agenzie di mantenere vive le attività e gli eventuali posti di lavoro per molto, moltissimo tempo, e non – invece – diventare “becchime per uccelli” pronti a mangiare e volare via!
Noi vogliamo che i T.O. più importanti, quelli che hanno subito le maggiori perdite, prendano un mare di soldi, ma devono prenderli grazie a specifici provvedimenti senza andare a mettere le mani in un Fondo che non sappiamo neppure se potrà soddisfare tutti i piccoli.
Ecco tutto. O quasi…
Sì, perché qualora non otteniamo ciò che abbiamo chiesto, ricorreremo al Presidente della Repubblica mediante impugnazione del provvedimento. Il MiBACT lo sa già da giorni e ora lo sanno tutti.
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