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AGENTI DI VIAGGIO: STRANA RAZZA.

La "modalità lamento" fa parte di noi, è indubbio, ed è sufficiente scorrere i post presenti soprattutto all'interno dei vari gruppi Facebook per averne conferma.

Ė sufficiente fare un breve passaggio su Facebook, sui diversi gruppi dedicati agli agenti di viaggio, per capire che la nostra è una categoria che vive perennemente in “modalità lamento”: agenti di viaggio che – indipendentemente dal periodo, dal luogo in cui lavorano, dalla tipologia della loro azienda – si lamentano sempre e di tutto, assumendo una caratteristica che fa assurgere il lamento a stile di vita.  

Un vittimismo cronico, insomma, dove la qualunque diventa un valido motivo per lamentarsene magari esagerandone la portata, amplificandone la portata sulla loro attività e rendendo pubblico il loro sconforto, cercando comunque sempre qualcuno da accusare di quella situazione. Sì, perché la causa/colpa di ciò che accade è sempre di altri, o di altre situazioni, o del fato malvagio, ma non è mai di chi si lamenta. 

Che quello dell’agente di viaggio sia diventato un lavoro molto complesso e dalle soddisfazioni assai scarse è ormai un fatto risaputo, ma che ci si debba procurare ulteriore tormento valutando solo e sempre i “contro” e mettendo sotto il tappeto i “pro”, insieme alla polvere, non è sicuramente la soluzione migliore. E allora qual è la soluzione valida? 

Andando per esclusione si potrebbe dire che la meno soddisfacente sia proprio quella di usare Facebook per condividere un problema cercando aiuto=soluzione proprio da chi vive lo stesso malcontento! Mal comune, mezzo gaudio? No: mal comune, disastro totale! 

Ė inutile lamentarsi delle difficoltà incontrate con il visto consolare per un qualsiasi Paese chiedendo aiuto ad altri colleghi: ognuno racconterà la propria esperienza e suggerirà la via da seguire, e saranno cento esperienze e suggerimenti uno diverso dall’altro!
Forse la soluzione potrebbe essere rivolgersi ad uno degli uffici che – dei visti consolari – ne hanno fatto professione, e farsi assistere da loro. 

Ė inutile raccontare i problemi creati da un tour operator al quale ci si è rivolti per organizzare un viaggio negli USA, o in Kenya o in Grecia: ci saranno immediatamente cento commenti che andranno a magnificare la cortesia, la professionalità e la convenienza di rivolgersi a questo o quello, e altrettanti commenti – di altri colleghi – che li andranno a criticare. Forse la soluzione sarebbe nel dotarsi di pochi, validi e consolidati fornitori senza mai abbandonare la retta via cercando un punto in più di commissione o l’invito all’educational.  

Questa categoria ha davanti a sé sfide molto importanti delle quali sembra non curarsi, quasi siano questioni talmente lontane da generare inutilità nel preoccuparsene: “Qualcuno ci penserà…”. I problemi del trasporto aereo che stanno calando sui tour operator e sui consolidatori si trasferiranno presto sulle agenzie e lo stesso avverrà qualora dovessero passare in Commissione Europea quelle devastanti modifiche richieste a tutto vantaggio dei consumatori quando le polizze assicurative “catastrofali” diventeranno obbligatorie segnando – per le agenzie situate in aree considerate più rischiose di altre – una voce molto importante sui costi aziendali. 

Quindi un consiglio: abbandonate il lamento e diventate proattivi. Smettetela di guardare alle cretinate e concentratevi sulle cose più serie, magari ricordandovi che “da soli si va più veloci ma insieme si va più lontano” ma scegliendo con cura insieme a chi, o a cosa, andare per arrivare il più lontano possibile. E insieme al lamento cronico abbandonate anche i falsi guru pronti a promettere senza mai mantenere o a offrire facili soluzioni senza possederle: torniamo ad essere professionisti con la “P” maiuscola, o il mercato ci abbandonerà senza tanti complimenti.   

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