1° agosto. Dopo un ruggire durato mesi, nel corso dei quali le stime sulle vacanze degli italiani si sono inseguite sparando numeri di ogni genere preceduti da + e + e ancora +, la bandiera a scacchi si è abbassata sancendo l’esodo para-biblico dei vacanzieri. Peccato che, in quanto a partenze, si sia piuttosto poverelli, e che i prossimi mesi siano tinti più di grigio scuro che di rosa…
Le città non hanno ancora visto un calo del traffico tale da far capire chiaramente che siamo in ferie, né le code al bar per il caffé raccontano di quelle città “agostamente” vuote dei bei tempi che furono. Infatti, checché ne dica la nostra Ministra, gli italiani in vacanza ci andranno di meno, le faranno più corte e spenderanno il meno possibile. Ovviamente parliamo dei milioni e milioni di italiani “tipo”, non quelli ai quali – forse – fanno riferimento il Presidente del Consiglio quando parla di ripresa dei consumi, la Ministra quando parla di percentuali di vacanzieri in aumento e il Ministro Tremonti quando parla di combattere l’evasione totale applicando lo spesometro.
E che il momento sia alquanto difficile lo confermano anche i primi attori del comparto, cioè i tour operator e i network che si incontrano per discutere della necessità di “ripensare il prodotto e difendere il prezzo”… Bravi. Complimenti. Sono anni che gli agenti di viaggio chiedono di “ripensare il prodotto” per recuperare competitività nei confronti di altri players, e loro ci arrivano oggi. A chiudere le stalle dopo che i buoi sono scappati.
Già, perché mentre si stimano in poco più di 4 milioni gli italiani che andranno in vacanza dopo aver acquistato “qualcosa” in agenzia, a viaggiare grazie ad acquisti effettuati in modalità diversa saranno oltre 18 milioni, più di quattro volte tanto. E il perché è semplice: il nostro sistema è vecchio, ingessato, disonesto. E qui arriviamo alla “difesa del prezzo”, cosa che, al contrario delle capacità innovative, i T.O. dimostrano di saper fare molto bene.
Infatti, non so se ve ne siete accorti ma i T.O. hanno accentuato ancora di più tutti quegli elementi in grado di intossicare ancor di più l’agente di viaggio: commissioni sempre più alte, tariffe "nette" sempre più diffuse, balle sempre più spaziali! Non ci credete?
Prendiamo le commissioni… 13, 15, 17 per cento. Buono, direte voi. Buono un corno! Commissioni sempre più alte su quote “da catalogo” di depliant buoni solo per accendere il camino, tanto che le tariffe pubblicate vengono drasticamente eliminate dalle offerte diffuse mentre gli stessi sono ancora in stampa. E le offerte verranno ancora ribassate, ribassate e ribassate, per tentare di riempire aerei che non saranno mai quelli proposti in vendita. E, insieme alle tariffe, scendono le commissioni. Il 13, 15 o 17 per cento diventano 9, o 8, o 5 per cento, facendo si che non tanto il prezzo ma il margine del T.O. venga difeso – da loro stessi e dalle loro stesse iniziative – grazie al “taglio” del vostro margine.
E non dimentichiamo l'altro sistema per "difendere il prezzo": non rimborsare mai il viaggiatore, neanche quando tassativamente dovuto. E sono proprio gli operatori che voi vendete di più - quelli che fanno viaggiare la maggior parte dei vostri clienti - a dimostrarsi i peggiori... L'hotel è uno schifo? Pazienza, può capitare. Sei partito un giorno dopo e rientrato un giorno prima per "cambio di aeromobile"? Ma che vuoi che sia quando in giro ci sono ben altri problemi? Avevi prenotato in "all inclusive" e ti davano solo la prima colazione? Meglio! Sai che linea invidiabile... L'importante è non chiedere rimborsi perché, da quell'orecchio, i tour operator non ci sentono. E l'anno dopo, i clienti presi per il sedere l'anno prima non mettono più piede nelle agenzie di viaggio.
Eppure, cari drogati, chi di voi oggi se la sente di abbandonare i “brand” importanti, quelli che mandano in giro i promoter più aggressivi (che sono poi anche i più cacciaballe…) a raccontare che loro sono belli e bravi mentre gli altri sono solo barboni? Chi di voi se la sente di mandare a quel paese i quintali di cataloghi che arrivano ogni giorno nelle agenzie per passare ad un sistema di proposta più difficile ma certamente più professionale? Chi se la sente di diventare – o di tornare ad essere – agente di viaggio in un mondo di distributori automatici di carta e offerte promozionali?
Le stime parlano di viaggiatori in calo (per noi e per i T.O.) e di agenzie in chiusura. Si stimano tra le 1.200 e le 1.500 agenzie destinate alla chiusura entro fine settembre, al massimo metà ottobre. Agenzie che, appunto come tossici, hanno abbracciato la filosofia dei loro pusher senza neppure tentare di capire se c’era la possibilità di uscire dal tunnel. Che esiste, e che tanti agenti hanno trovato dopo aver usato cervello, buon senso e un pizzico di coraggio. Ma consolatevi… Questi ultimi tre articoli non sono ancora esauriti, e con un po’ di sforzo magari ne rimediate qualche briciola in giro.
IL GRILLO S..PARLANTE by Autotutela