Siamo ormai giunti alla fine di settembre e, quindi, di una stagione estiva che – pur non essendo assolutamente andata male – avrebbe potuto essere migliore. Sotto molti punti di vista.
Molte cose non sono andate bene: innanzitutto le compagnie aeree (tutte, nessuna esclusa) che peggio di come hanno lavorato non avrebbero potuto, in secondo luogo i T.O. che hanno attuato, anche sui pacchetti turistici, il prezzo dinamico, creando forti differenze sui costi dei nostri clienti seppure a parità di data e destinazione. Ma il peso maggiore sull’andamento delle nostre attività sono stati gli aumenti dei costi di qualsiasi servizio turistico, partendo dai voli per finire agli alberghi, ai ristoranti, alle guide.
Tutto aumenta, è vero, ma è altrettanto vero che i servizi turistici sono aumentati molto più di altri, in maniera esagerata, diventando troppo pesanti per le tasche di tanti italiani che hanno dovuto, per forza, ridurre drasticamente il budget delle loro vacanze.
Il mercato è libero e si basa sulla legge della domanda e dell’offerta. Lo sappiamo bene, e non vogliamo certo sovvertirlo. Ciò che vorremmo, però, è che si pensasse a dare ossigeno “economico” agli italiani, in un modo o nell’altro. E per “ossigenare” le tasche di agenzie di viaggio e viaggiatori un sistema ci sarebbe…
Consentire la detrazione fiscale del costo delle vacanze dalle imposte sul reddito dei nostri connazionali.
Non è un’idea tanto campata per aria, visto che il diritto alla vacanza conta ormai su una base costituzionale che, di fatto, lo equipara al diritto alla salute (artt. 2 e 32 della Costituzione); quindi, se è lecito detrarre dalla dichiarazione dei redditi i costi legati alla salute (visite specialistiche, farmaci, ecc.), per quale motivo non dovrebbe essere la stessa cosa per le spese legate ad un diritto ormai riconosciuto, oltre che dalla Costituzione, anche da numerose sentenze?
La nostra proposta era stata presentata in corso di audizione al Senato nel maggio scorso e, oggi, abbiamo voluto ripresentarla al Ministero del Turismo, confidando nella possibilità di aprire un confronto sul tema che porti ad una soluzione, anche mediata, tra gli interessi dello Stato e quelli dei cittadini.
Di seguito pubblichiamo la lettera inviata al Ministero del Turismo. Ci auguriamo che il Ministro Daniela Santanché voglia farci un pensierino sopra…