Terminate le due settimane più “calde” dell’anno, quelle a cavallo di Ferragosto, buona parte degli italiani sono rientrati nelle loro città che, ad onor del vero, nessuno ricorda così affollate come quest’anno. Finiti i periodi delle strade deserte, delle serrate dei negozianti e delle località turistiche prese d’assalto, l’Italia scopre che le vacanze sono un optional non per tutti…
Chiaramente questo parere non è condiviso dal nostro Ministro del Turismo, l’on. Michela Vittoria Brambilla, che stimava in ben 34 milioni gli italiani partiti per le vacanze nei mesi di luglio e agosto, la quale – probabilmente – vive in un pianeta tutto suo nel quale i numeri basta darli, non provarli. Ed è proprio questo vivere al di fuori di ogni realtà di alcuni politici, la cosa che più ci preoccupa: “Tutto va ben, madama la marchesa!”. Questo sembra dire ogni uomo – e donna – di Governo per rassicurarci, o, meglio, per esaltarci, in merito all’andamento della nostra economia. Tutto va ben, e se non va ben è solo perché siamo disfattisti!
Purtroppo non è così: sono pochissime le agenzie che parlano di fatturati in maniera non negativa, ma sono tantissime quelle che accusano cali di vendite molto significativi, così come sono tantissimi i tour operator che piangono una stagione che, anziché segnare la ripresa, fa nuovamente segnare il passo, con numeri in rosso e umore in nero. E con buona pace del Presidente Silvio Berlusconi, che potrà affermare come i rosso-neri siano primi anche questa volta.
Ma poco importa… Sarà sufficiente creare spiagge per i nostri amatissimi cagnolini, magari dotate di scivoli e altre giostre per farli divertire, costruire qualche nuovo campo da golf – magari vicino alla Fiat di Pomigliano – per far giocare gli italiani (lo sanno tutti che a golf, da noi, ci giocano anche i cassintegrati) e ficcare qualche altro milione di euro a italia.it per poter dire “Il turismo, in Italia, va a gonfie vele!”.
Ma non prendiamocela con la Brambilla: è li perché non c’erano altri Ministeri liberi, ma se fosse stata vacante l’agricoltura o l’istruzione l’avremmo sentita disquisire sul come le coltivazioni avrebbero beneficiato di trattori tutti azzurri o sul come sarebbe stata brava – lei – come “maestrina dalla penna rossa”. E’ li perché da qualche parte il nostro Presidente del Consiglio doveva metterla e, quindi, ha pensato che un settore sfigato come il nostro non avrebbe potuto patire di più. Beh, si è sbagliato.
Comunque, cari amici, inutile piangere, tanto quello abbiamo e quello ci teniamo. Inutile farci conto, e ancora più inutile sperare che, nel futuro, vengano attuate scelte e strategie coerenti con un settore tanto importante quanto sotto-considerato. Ci terremo la Brambilla e Marzotto, senza che si possa ipotizzare un qualsiasi cambiamento utile a farci ben sperare.
E tra poco saremo a settembre: siamo curiosi di sapere quante agenzie, magari dopo lunghi anni di onesto e dignitoso servizio, non risolleveranno le serrande, colpite non tanto dalla crisi economica ma, piuttosto, dalla convinzione che tanto, di loro, non freghi nulla a nessuno. Infatti nessuno parlerà del rischio disoccupazione del nostro settore, non perché le risorse a rischio siano poche ma perché sono frammentate in mille botteghe senza alcuna importanza se non per l’Agenzia delle Entrate.
Un’Associazione quale la nostra non fa politica, anzi… Se ne tiene ben distante. Ma è inevitabile che - senza per questo schierarsi da una parte o dall’altra - debba prendere atto della totale assenza di interesse per un settore fondamentale per l’economia del Paese: assistiamo sconsolati ad un replay di tangentopoli perpetrato ai danni di ogni comparto e di tutti i cittadini, a ponderose discussioni su una riforma della giustizia che non ci pare consideri i reati di truffa, abusivismo o di tutti i reati che colpiscono la gente comune, a scenette tragicomiche sulle case dell’ex Ministro Scajola o del cognato di Fini, quando il nostro reale problema è la rata del mutuo della nostra casa.
E assistiamo ancor più sconsolati alle prove delle prossime elezioni che “ci” costeranno altri soldi e che serviranno solo a farci star peggio, se è ancora possibile che ciò accada. Che fare? Non lo sappiamo, anche se le abbiamo pensate tutte… Ciò che sappiamo è che, se ci sono rimaste le maniche della camicia, è bene che iniziamo a rimboccarcele perché nessuno farà niente per noi.