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ADV IN PENSIONE?

Questo articolo è scritto apposta per chi desidera cadere in depressione già al mattino, e a inizio settimana. Parla di agenzie di viaggio in sofferenza, di viaggiatori in fuga, di occasioni perdute, di una categoria che pare incapace di confrontarsi col turismo di oggi e di domani. Parla, in sostanza, della forte crisi del nostro settore…

Iniziamo coi numeri.  Le agenzie di viaggio hanno perso, nei primi 9 mesi del 2011, circa 600.000 clienti e oltre mezzo miliardo di euro di fatturato, che in percentuale significano un bel – 21% di clienti ed un – 17%  di fatturato.  E questo quando almeno 18.000.000 di italiani hanno visitato – nel solo giugno di quest’anno – un sito web della categoria “viaggi e vacanze”, facendo segnare un + 17%  a favore dell’on-line.

Le ricerche hanno privilegiato i siti di prenotazione alberghiera (+27%), quelli sulle destinazioni (+26%) e quelli delle agenzie on-line con consigli di viaggio (+22%).

E’ anche vero che gli italiani che si sono potuti permettere le vacanze, quest’anno, sono scesi dai 17,7 milioni del 2007 ai 15,6 milioni, con un netto calo dovuto principalmente alla crisi economica. Ma non solo a quella…  Infatti è da considerare che una porzione del 30% dei viaggi in Italia è occupato dai week-end, ma solo il 6% di questi clienti del fine settimana si rivolge in agenzia di viaggio.

Questa mazzata non si può solo attribuire alla crisi: potrebbe diventare una troppo facile giustificazione di fronte agli errori che tutti noi abbiamo commesso. Non vogliamo parlare delle politiche commerciali profondamente sbagliate dei tour operator ma, proprio, delle nostre, di quelle degli agenti di viaggio.  Oggi il cliente cerca soluzioni estremamente personalizzate, capaci di consentirgli di programmare la propria vacanza con la massima flessibilità e col massimo risparmio, soluzioni che mal si adattano con le proposte fortemente irreggimentate dei T.O..

Non a caso i viaggiatori scelgono voli low-cost che oggi consentono di raggiungere qualsiasi paese, e per quanto riguarda l’albergo sono ormai estremamente avvantaggiati da una rete di proposte motorizzate che surclassano tranquillamente i motori di ricerca abitualmente utilizzati dagli agenti.

Ma ciò che più sta cambiando le abitudini di vacanza degli italiani è la possibilità di condividere le esperienze offerte dai vari social network che, dal web, generano una sorta di wikipedia di esperienze, aneddoti, suggerimenti sul B&B o sul ristorante, sul trasporto locale o sulle possibilitare di noleggio di una bicicletta.

Qualcuno dirà: “Voglio vedere un privato organizzare un viaggio sicuro in un paese africano o in Oriente…” Ok, ci può stare, ma solo per oggi. Domani il web ci regalerà altre possibilità di eludere lo sbarramento del turismo organizzato avvicinando il viaggiatore a quei paesi oggi ancora lontani dalle possibilità del “fai da te”.

Le soluzioni?  Ci sono, ma richiedono sforzi, capacità di adattamento ed una grande forza per restare con i piedi ben piantati per terra.  Inutile illudersi che sia sufficiente creare un sito internet da riempire di offerte (dei tour operator…) per passare il Rubiconde: le aziende che fanno scintille sul web sono anche quelle che, in questa forma di comunicazione, investono somme ben lontane dalle possibilità agenziali. Parliamo di milioni e milioni di euro, non di noccioline.

Il tempo è poco e le cose da fare tante. C’è un inverno che si prepara ad anticipare una nuova emorragia di clienti sul periodo ricco del turismo, e c’è da inventare – o da mettere in pratica – un nuovo modo di confrontarsi con esso. Se non ci sentiamo ancora pronti per la pensione, rimbocchiamoci le maniche.

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