E’ un vero poker quello calato ieri dal terrorismo islamico, un poker che spegne definitivamente qualsiasi velleità turistica della Tunisia e piega (un pochino di più) la sicurezza francese meglio ostentata ai valichi di frontiera che in ambito di intelligence. Un poker che ci ricorda come le guerre possano durare in eterno continuando a produrre vittime, e quanto poco importi al terrorismo delle nostre parole di condanna.
D’altronde, è risaputo che a tentare di rispondere con la lingua alla spada, spesso ci si ritrova a non poter più parlare.
Ovviamente oggi siamo tutti tunisini, tutti francesi, addirittura siamo tutti kuwaitiani e somali perché ci sentiamo tutti vicini alle vittime, alle loro famiglie e a un dolore tanto più grande perché farcito di rabbia e di quell’impossibilità di reagire che ci rende impotenti e frustrati.
Domani, però, torneremo ad essere tutti agenti di viaggio, e torneremo al cospetto dei micro-macro problemi delle nostre attività quando – le stesse – vengono poste di fronte ad avvenimenti e scenari che non sappiamo come fronteggiare.
Ieri sera, alla trasmissione televisiva “Porta a Porta”, il neo presidente Fiavet Jacopo De Ria ha risposto a Bruno Vespa che chiedeva se già ci fossero sentori di annullamento da parte dei turisti con un “…non mi pare…” che grattava come unghie su una lavagna… Gli annullamenti hanno cominciato a fioccare nelle agenzie già nel pomeriggio di ieri, e non solo sulla appena colpita Tunisia, ma anche sull’Egitto e persino su altri Paesi che, oggi, col terrorismo, poco hanno a che vedere. Effetto domino.
Alcuni operatori turistici hanno immediatamente assunto posizioni lodevoli concedendo cambi di destinazione (dove possibile) senza addebito di penali, altri – al contrario – si sono barricati dietro al parere della Farnesina addirittura dichiarando che in assenza di “blocco” (questa ci mancava…) il cliente parte, o paga. Ed è facile immaginare che questa volta, la Farnesina, sarà piuttosto avara di “sconsigli” per evitare di trasformarsi nel boia dell’economia tunisina e di quella di tanti nostri tour operator.
Purtroppo – aldilà della Farnesina e dei tour operator – a decidere sono i consumatori, è il mercato: l’Egitto è ancora mezzo vuoto oggi nonostante gli siano state somministrate abbondanti quantità di ossigeno, e la Tunisia vede un futuro nerissimo. E noi agenti di viaggio è bene che pensiamo a mete alternative da proporre…
Già, perché è giusto pensare razionalmente considerando che gli attentati possono colpire ovunque, ma è anche vero che ci sono luoghi, Paesi e obiettivi più “ovunque” di altri, che attirano maggiormente l’attenzione del terrorismo proprio grazie all’effetto che innescano. E siccome non possiamo rischiare di leggere i nomi dei nostri clienti nel futuro elenco di qualche altro disastro, è bene che si inizi a pensare già oggi a quali destinazioni proporre tra quelle a minor rischio. Anche per evitare, poi, di essere considerati quelli che “…per soldi mandano a morire la gente…”.