Un altro anno dalle tonalità piuttosto grigie, questo 2015, con troppe destinazioni rese off limits da avvenimenti più o meno recenti e avvertite quali poco salubri dai turisti, ad una ripresa economica che – nel nostro settore – non si vede ancora.
Nonostante le enormi iniezioni d’ossigeno, il malato Egitto non tende a recuperare la perduta forma, e la Tunisia pare essere definitivamente collassata. In Grecia, le polemiche sulle possibili conseguenze della sua crisi economica frenano le vendite di fine giugno/primi luglio, e il mare Italia vive la consueta difficoltà dell’ancora più difficoltoso rapporto agenti > albergatori.
Cosa ci resta, se non che piangere? A quanto pare resta l’incoming. I cinque anni trascorsi dal 2010 alla fine del 2014 ci hanno mostrato un’Italia ancora capace di attrarre parecchio turismo, tanto da bilanciare la stagnazione dell’outgoing: nel 2010, gli italiani che si sono recati all’estero hanno speso 20,4 miliardi di euro, la stessa cifra l’hanno spesa nel 2011 e nel 2012, mentre nel 2013 hanno ridotto la spesa fino a 20,3 miliardi di euro. Il 2014 ha visto un’impennata a 21,7 miliardi. In totale, una spesa aumentata – in un quinquennio – di 1,3 miliardi.
Ben diversi i risultati dell’incoming: le spese dei turisti stranieri che hanno visitato l’Italia sono passate dai 29,2 miliardi del 2010 ai 30,9 del 2011, ai 32,0 del 2012, ai 33,0 del 2013 per giungere al traguardo dei 34,2 miliardi nel 2014, con un incremento di spesa di ben 5 miliardi nei medesimi cinque anni. Cinque miliardi di euro che, sul nostro export, pesano molto più di ciò che realmente sono in quanto "spingono" oltre confine un sempre più importante concetto di "Made in Italy".
Ecco quindi disegnarsi una “mappa” dell’interesse per il settore turistico da parte degli investitori, delle banche, del Governo: l’incoming produce, guadagna, porta ricchezza e spinge il Paese verso la crescita, e quindi passa in pole position per finanziamenti, piani di sviluppo, politiche di sostegno. Questo mentre l’outgoing viene visto come un settore per ora ancorato a vecchie logiche distributive e commerciali, ma in procinto di passare totalmente ad altre dinamiche (web) meno costose e più efficaci.
“In medio stat virtus”, dicevano gli antichi per significare quanto fossero sbagliati gli estremismi, e lo stesso diciamo noi: l’incoming non è la panacea capace di guarire ogni male, così come l’outgoing non è “robaccia inutile” da vendere su EBay: sono le due facce di una stessa medaglia, una più lucida e l’altra leggermente opacizzata, ma entrambe necessarie per far funzionare la macchina del turismo.
Chi oggi fa solo outgoing dovrà imparare che il proprio territorio può essere foriero di grandi e inaspettate soddisfazioni, e chi pensa di affidarsi totalmente all’incoming è bene faccia prima quattro conti, perché – sicuramente – non è cosa facile e neppure poco costosa.
Comunque, che voi siate "IN" o "OUT", auguri di buon lavoro e di una calda, caldissima estate!