Le nuove disposizioni sull’obbligo imposto alle agenzie di viaggio ed ai tour operator di dotarsi di una polizza assicurativa o di un Fondo di Garanzia per tutelare i viaggiatori in caso di insolvenza e fallimento, ed ecco il primo grande T.O. che cade sotto i colpi del mercato. Si tratta della Lowcostholidays Spain Sl, operatore del gruppo Lowcosttravelgroup Ltd e che, prima d’ora, aveva già visto il fallimento della Lowcosttravelgroup, la Lowcostaviation.com, la Lowcostbeds.com e la LowcostHolidays, tutti brand operanti nella vendita online di pacchetti e servizi turistici. Tra gli oltre 140.000 turisti coinvolti in questa vicenda potrebbero esserci anche alcune centinaia di italiani, forse già partiti e ora nei luoghi di vacanza.
Ora si aprirà l’annosa questione dei rimborsi: pare che i biglietti aerei siano stati quasi tutti regolarmente pagati e, quindi, validi a tutti gli effetti, ma nei casi in cui – al contrario – non risultassero pagati, ai viaggiatori toccherebbe l’ingrato compito di riacquistarli, anche a tariffe molto più elevate. Lo stesso discorso potrebbe vale re per le strutture alberghiere che, qualora non avessero ricevuto il saldo dei servizi da parte degli organizzatori, potrebbero respingere i clienti all’arrivo o richiedere loro di pagare nuovamente le sistemazioni. In questi casi, quando si cada in queste situazioni, è opportuno verificare la situazione delle prenotazioni con il vettore aereo e con l’hotel, per accertarsi che la vacanza non debba risultare compromessa.
Coma già l’AIAV ha avuto modo di scrivere in precedenza, i viaggiatori non potranno più contare sul Fondo Nazionale di Garanzia ormai dismesso dopo che, con le recenti modifiche apportate al Codice del Turismo, è stato appunto reso obbligatorio agli operatori del settore di dotarsi di proprie garanzie. Ma purtroppo la regola è fresca fresca e moltissime agenzie non si sono ancora uniformate. In questo caso i viaggiatori dovranno sudare – e non poco – per recuperare i loro quattrini.
Resta comunque il fatto che i T.O. e gli agenti di viaggio si stanno muovendo, seppure con grandissime difficoltà, per adeguarsi alle normative e rendere sempre più sicure le vacanze dei loro clienti.
Ma se a fallire non fosse un’agenzia di viaggio o un tour operator, ma una compagnia aerea, cosa succederebbe? Le tutela a favore del viaggiatore immaginate dai legislatori sarebbero le medesime?
Assolutamente NO! In caso di fallimento del vettore, al malcapitato viaggiatore non resterebbe che l’insinuazione nel passivo fallimentare che – dopo aver pagato (possibilmente) i debiti contratti verso i dipendenti, lo stato per tasse e imposte, le banche, ecc. ecc., arriverebbero a dare una calorosa stretta di mano al viaggiatore rimasto a piedi.
E’, questa, una delle peggiori storture del sistema turistico che vede ormai troppo spesso fallire compagnie aeree senza che nei loro confronti si possano avviare procedure di rimborso semplici e sicure pari a quelle previste per le altre componenti del turismo.
“Sì, questa è una enorme falla nel sistema di sicurezza che la Comunità Europea e i singoli Paesi stanno tentando di creare a favore del viaggiatore ed è illogico ed impensabile che proprio le compagnie aeree – i cui fallimenti causano in un sol botto un numero di danneggiati che l’intero sistema turistico non riuscirebbe a mettere insieme in due anni – siano esentati da un sistema di rimborsi pari al nostro”. A dire queste parole è il Presidente dell’AIAV (Associazione Italiana Agenti di Viaggio) Fulvio Avataneo, che rincara la dose: “Le compagnie aeree sono imprese complesse, molto più di quanto non lo siano quelle dell’organizzazione e distribuzione turistica: ogni giorno vengono emessi decine di migliaia di biglietti aerei che, in caso di fallimento, diventano praticamente carta straccia. E bisogna aggiungere che il fallimento di un vettore può avere effetti devastanti anche nei confronti delle nostre aziende”.
Capita infatti molto spesso che i viaggiatori che incappano in queste vicende vengano assistiti (riprotetti) proprio a spese degli agenti di viaggio pur senza che nei loro confronti ne discenda un obbligo diretto. Diverso per i tour operator che, questo dovere, l’hanno scolpito a lettere di fuoco proprio sulle pagine del Codice del Turismo.
“Sarebbe opportuno, anzi, doveroso, che si lavorasse per mettere in sicurezza tutte le parti interessate al pacchetto turistico, laddove una delle più costose e importanti è proprio quella del trasporto aereo” continua Fulvio Avataneo “ed è auspicabile che le istituzioni valutino con la massima attenzione quella che oggi pare essere una mina vagante in quanto i ricavi delle compagnie aeree scendono mentre i costi continuano a salire, e non è certo improbabile che nel corso di pochi anni ci ritroveremo con un comparto del trasporto in cattivissime acque, tali da creare seri danni a tutti”.
Speriamo non sia così…