Chi, come noi, segue con incessante regolarità le discussioni che si rincorrono su Facebook, avrà ormai compreso che, in tempi brevi, i principali fornitori degli agenti di viaggio saranno i DMC, saranno quei corrispondenti esteri – spesso omologhi degli agenti nostrani – che hanno capito in fretta come e quanto sia più conveniente vendere ai dettaglianti che ai grossisti.
AUTOTUTELA riceve ormai con incessante regolarità le mail provenienti da piccoli operatori che dall’Egitto, dal Madagascar, dalla Francia o da qualsiasi altro paese, chiedono aiuto per poter recuperare denaro mai pagato loro da diversi operatori turistici italiani: capitava ieri, con ieri intendendo gli anni in cui i più grossi nomi del turismo italiano hanno dovuto abbandonare le scene, e capita oggi, con nomi di minor prestigio ma comunque ben conosciuti da tutti che, falliti o no, mettono in croce tante piccole aziende.
Inevitabile, quindi, che questi piccoli operatori di altri paesi decidessero di ridurre i propri rischi offrendo i loro servizi a migliaia e migliaia di potenziali clienti anziché riservarli a poche unità, e trovati gli agenti di viaggio il gioco è stato facile.
Gli AdV, per contro, non ne potevano più di commissioni troppo basse, di tempi biblici per la ricezione dei preventivi, di condizioni contrattuali spesso esageratamente sbilanciate e di una concorrenza tra poveri (gli agenti…) basata sul prodotto di pochi fornitori (poveri, comunque, anche questi…) e quindi priva di qualsiasi efficacia.
Il matrimonio tra questi due insoddisfatti si è consumato in fretta, ed oggi è tutto un fiorire di “…ragazzi, un buon corrispondente sul Marocco?” oppure “… scusate, chi mi consigliate per organizzare direttamente un nozze sull’Australia?” e ancora “…qualcuno conosce un agente in Thailandia per un tour di buon livello?”. E, va detto, questo genere di domande cresce a dismisura, come cresce a dismisura il numero delle risposte, indicatrici di un fenomeno in costante crescita.
E i T.O. stanno a guardare (A.J Cronin ci scuserà…), anche perché non possono fare altro: non è un fenomeno passeggero ma un fiume in piena che, presto o presto, tracimerà, romperà gli argini trasformando gli annuari dei tour operator in piccole agendine tascabili ed il tailor made in un prodotto sempre più ad appannaggio delle agenzie di viaggio.
Inutile dire che questo fenomeno non colpirà solo gli operatori ma anche i network… Dopo essersi impossessati del prodotto su misura, gli agenti dovranno solo pazientemente attendere il momento in cui i vettori low-cost inizieranno a collegare direttamente il nostro Paese con le località più colpite dal “charterismo”: a quel punto potranno fare a meno sia di tanti T.O. che di tanti network, questi ultimi considerati oggi più un costo che un beneficio da entrambi i fronti, produzione e distribuzione. Gli agenti avranno bisogno di altre cose, ma siamo certi che, per allora, qualcuno avrà compreso le loro necessità e avrà fatto in modo aiutarli.
Purtroppo, ed è un “purtroppo” sincero, tour operator e network assomigliano sempre più ai dinosauri prima della glaciazione: si guardano intorno senza capire che il mondo è cambiato e continuerà a cambiare chiedendo cose nuove: lo chiedono i clienti, lo chiedono gli agenti, ma nessuno pare interessato ad ascoltare. Forse ci sono altri problemi, forse sono tutti troppo impegnati a chiedere maggiori fatturati o fee più puntuali. Non un mondo, quindi, ma due, sempre più diversi e sempre più lontani….