Si usa questo termine per indicare quella porzione di terra posta tra due schieramenti avversi, una “terra di nessuno” entro la quale nessuno si avventura per via dei timori o delle incertezze legate alla piena presa di possesso.
Una sorta di “vale tutto” paragonabile a quanto oggi avviene tra un Governo e un Ministero che, insieme, sono riusciti a varare una Legge rivoluzionaria in modo veramente pessimo evitando accuratamente di chiarirne i modi corretti della sua applicazione, ed un mondo imprenditoriale troppo furbo da una parte e troppo impreparato dall’altra.
In mezzo, nella No Man’s Land, ci sono i consumatori, i clienti, quei tanti milioni di italiani che tutti gli anni si ingegnano per trascorrere le loro vacanze nel modo migliore ma, soprattutto, con la speranza di avere ciò per cui hanno pagato.
E proprio grazie a Governo e Ministero, quest’anno molti viaggiatori resteranno beffati dal mondo dell’imprenditoria turistica. La causa? Una Legge brutta, malfatta e non chiarita. L’effetto? Il suo mancato recepimento da parte del 99,9% delle imprese turistiche, agenzie di viaggio e tour operator.
Il risultato? Imprese chiuse alla vigilia delle grandi partenze, clienti beffati, rimasti senza soldi e senza vacanze, e nessun Fondo di Garanzia o privato, di qualsiasi genere, ad assisterli e a rimborsarli.
Agenzie che hanno chiuso a Torino, a Napoli, a Cesano Maderno, a Campobasso… Ovviamente dopo aver preso i soldi dei clienti guardandosi bene dal pagare i loro servizi: biglietti aerei, marittimi, prenotazioni alberghiere, crociere, viaggi di nozze o vacanze di intere famiglie, tutti servizi pagati da clienti ad agenti di viaggio con soldi guadagnati col lavoro.
La lista è lunga e ben distribuita su tutto lo stivale, e se le dinamiche e le città sono diverse, il risultato è sempre il medesimo: una ennesima caduta d’immagine di un settore che, al contrario, dovrebbe lavorare giorno e notte per acquistarla, o riacquistarla se piace di più.
Non mi chiedo cosa sarà di chi si è messo in tasca i soldi dei clienti ed è scappato (per andar dove, poi…) perché quello sarà compito della giustizia, ma vorrei capire cosa intendono fare – insieme, possibilmente – le Istituzioni e le imprese per evitare che questi episodi si ripetano all’infinito continuando a causare danni irreparabili al nostro comparto.
Questa Legge giusta ma scritta in maniera barbara deve tassativamente essere chiarita, e il Ministero deve emanare un Decreto che ne precisi i contorni definendo “chi può fare cosa” in maniera certa, così da rassicurare quegli italiani (sempre meno…) che ancora credono nelle agenzie di viaggio e nel turismo organizzato.
In caso contrario, questa Legge che avrebbe potuto essere una splendida arma da brandire contro abusivismo e altri canali di vendita meno sicuri, si trasformerà nel più micidiale boomerang che il nostro comparto abbia mai visto.