Il comparto alberghiero esprime soddisfazione sull’andamento delle vendite, confermando una crescita delle presenze e della durata dei periodi di vacanza. Lo stesso vale per il trasporto aereo, con la IATA che dichiara un aumento dei passeggeri e conti in miglioramento per il comparto.
Sembrano essere soddisfatti anche i tour operator: le loro dichiarazioni alla stampa di settore fanno emergere un seppure moderato ottimismo sull’andamento stagionale, e questo nonostante gli effetti negativi di un Egitto che non decolla appieno, della crisi tunisina e delle perplessità del mercato sulla Grecia nate nel periodo delle sue difficoltà con l’Unione Europea.
Ottimismo anche da parte della Fiavet, che ritiene il peggio sia passato e che si possa guardare al futuro in chiave positiva, ma siccome è lo stesso ottimismo evidenziato dalla direzione dell’aeroporto di Roma a ridosso dei mille disastri, viene da chiedersi se dar retta o toccarsi…
Tutto passato. Si è venduto, si vende e si venderà. Ma.. cosa dicono gli agenti di viaggio di questa affermazione?
Leggendo ciò che scrivono sui social network e ascoltandoli in più occasioni, emerge un quadro dalle tinte e dai tratti ben diversi: poche vendite, quasi sempre segnate dalla sempre più spiccata tendenza al “risparmio” sia in termini di durata, sia in termini economici, da parte del cliente.
Sempre grazie ad occhi e orecchie, prendiamo nota di un mercato che pare non essere così soddisfacente, anzi… pare regalare insoddisfazioni e timori sia per l’oggi ma ancor più per il domani, un domani che molti agenti di viaggio ipotizzano di vivere sotto altre vesti professionali.
Qual è la verità? Siamo davanti a dati discordanti in quanto una parte del mercato bluffa, o abbiamo una categoria, quella degli AdV, ormai ripiegata nel ruolo dell’eterno “piangina” e incapace di riprendere la barra del comando?
Tutto può essere, come potrebbe anche esistere una terza possibilità: un mercato che cresce per il comparto alberghiero e per il trasporto, ma che si riduce per i T.O. e per gli AdV.
Quanta confusione, e quanta poca capacità di confronto tra le diverse parti… Intanto avanza col “passo dell’oca” la prossima Direttiva Europea sul Turismo, e con lei arriva anche la temuta fine del Fondo Nazionale di Garanzia con tutto ciò che di negativo produrrà sull’intero sistema turistico organizzato: se le cose dovessero mantenersi sulle linee tracciate dal Governo, quanti tour operator, e quante agenzie di viaggio, vivrebbero la stagione estiva dell’anno prossimo?
Non se ne parla, si glissa, si tace. Forse, più semplicemente, si teme che parlandone aumentino le possibilità di dover fare i conti con queste “garanzie” impossibili da fornire, con queste imposizioni prettamente europee volte a tutelare un consumatore peraltro sempre più evanescente, almeno per noi.
Comunque sia, l’estate è finita, se mai è iniziata. A breve cominceremo a sentire i commenti preparatori dei saloni autunnali: si parlerà di novità, di nuovi mondi da far esplorare ai turisti del prossimo anno, di nuovi alberghi e di forti cambiamenti commerciali. Insomma, si parlerà delle solite cose che, puntualmente, non si concretizzano mai.
In mezzo a tutto questo caos immerso nella nebbia, a ben guardare – per chi vuole guardare con attenzione – una realtà che pare farsi strada a gomitate evidenziando una forte voglia di cambiamento c’è, e si chiama Alitalia. Che sia mai che per trovare qualcosa di davvero nuovo si debba guardare a ciò che abbiamo di più vecchio?
Fabio Gallo