Se qualcuno si chiede il motivo per cui, gira e rigira, il nome del vettore RYANAIR torni ad affacciarsi in questioni di carattere legale, la risposta è piuttosto facile: nonostante la compagnia aerea irlandese abbia più volte ribadito di NON voler lavorare con le agenzie di viaggio, molte di queste continuano a vendere i suoi biglietti e, in questo modo, è inevitabile che scattino i conflitti, come è inevitabile che AIAV, dovendo sostenere le agenzie di viaggio, si trovi a dover affrontare situazioni estremamente complesse.
È necessario precisare che lavorare con RYANAIR diventa necessario quando ci si trova ad operare in regioni in cui il dominio del vettore risulta essere indiscutibile: o si fanno volare i clienti con O’Leary, o si smette di vendere. E questo discorso non si applica solo alla pura biglietteria ma coinvolge la programmazione di pacchetti turistici, sui quali incide anche fortemente.
RYANAIR ha un modello di business che esclude l’intermediazione e, coerentemente, la esclude anche quando è proprio questa ad assicurargli oltre il 45% del traffico. Da questo principio discendono le “volute” confusioni tra agenzia di viaggio e OTA, i rimborsi sottoposti a condizioni assurde, le modifiche su tickets già emessi accettate solo a seguito di percorsi obbligati che hanno dell’incredibile.
Questa esclusione, però, non è totale: i GDS consentono la vendita dei biglietti del vettore, anche se a condizioni penalizzanti rispetto al suo sito web, e i gruppi vengono comunque accettati anche se provenienti dalle agenzie di viaggio, addirittura con apposito ufficio dedicato.
Ecco perché riteniamo inevitabile che, periodicamente, si torni a discutere sulle possibilità (inesistenti…) di portare la compagnia aerea e riconsiderare questi atteggiamenti, concedendo alle agenzie di lavorare negli stessi modi con cui lavorano con tutte le altre compagnie. E sappiamo bene che queste discussioni portano, regolarmente, a nuove segnalazioni all’AGCM.
Questa volta, però, gli agenti di viaggio della Sardegna (già ampiamente penalizzati dalle questioni riguardanti la continuità territoriale) hanno deciso di affilare i coltelli e affidarsi ad un team di legali pronti a scatenare una class action contro RYANAIR quando questa venga condivisa da un numero di colleghi sufficiente a coprire i costi, piuttosto elevati.
Presto AIAV dedicherà una riunione online per sentire cosa ne pensano gli associati in merito alla possibilità di sostenere la class action. Fino ad allora… Stiamo a vedere cosa succede.