La percentuale di agenzie di viaggio aderenti a reti organizzate – network, franchising, gruppi d’acquisto – è stimata nel 63% circa, ovvero più di 6 agenzie su 10 rispondono alle direttive emanate da organizzazioni commerciali. Per contro, le agenzie aderenti alle 4 associazioni di categoria raggiungono a malapena le 2.500 unità, quindi poco più di 2 su 10. E sul fatto di recepire le indicazioni delle Associazioni non ci sentono proprio…
Il lungo e faticoso travaglio che ha portato il Ministro Michela Vittoria BRAMBILLA al parto del nuovo Codice del Turismo ha dimostrato, qualora ce ne fosse stato bisogno, che le Associazioni di Categoria hanno avuto un peso pari a zero nell’ottenere quella chiarezza e quelle garanzie del quale il mercato necessitava: le decisioni sono state prese per soddisfare le lobby più potenti e i gruppi di potere politico ed economico. Per gli agenti di viaggio ed i loro clienti, nulla.
Ed è ridicolo – oggi – parlare di successo quando quelle garanzie supplementari che il mercato voleva per considerarsi “al sicuro” sono state rese facoltative, e quando si è mantenuto in vita quell’imbroglio incredibile che è il fondo di garanzia. Infatti, le critiche più dure giungono proprio dai consumatori che - riflettiamo... - sono i nostri clienti.
Comunque è giunto il momento di chiedersi se gli agenti di viaggio del terzo millennio preferiscono una “supervisione” commerciale o sindacale, e cioè se l’agente preferisce operare secondo gli orientamenti del proprio network, o se il senso di aggregazione frutto della vicinanza ad obiettivi politico-sindacali può ancora essere recuperabile. E in che modo.
In un editoriale abbastanza recente, Angelo De Negri – editore de Il Giornale del Turismo e Presidente della BTM – dice a chiare lettere “… Se la mia carriera nel turismo iniziasse ora, non mi iscriverei a nessuna delle associazioni esistenti…”: una provocazione che si rifà all’elenco infinito di insuccessi collezionati dalle Associazioni che hanno partecipato ai tavoli dell’abbassamento delle commissioni, delle fidejussioni IATA, della defiscalizzazione, ecc. ecc. senza portare a casa nulla.
Giusto, dico io, forse farei così anch’io. O, forse, sceglierei di fare, e mi spiego. Il concetto di affidarsi ad un network per ottenere vantaggi è logico e giusto: lavoro-guadagno-pago-pretendo. Ma in politica, e si parla di questo, vale il medesimo principio? No di sicuro.
Le iniziative di contrasto alle inefficienze del sistema industriale e politico sono sempre stata esclusiva dei sindacati, realtà capaci di coinvolgere le maestranze in un mix di ragione e passione, di calcolo e coscienza. Oggi è questo che dobbiamo recuperare: la capacità di salire sulle barricate (in senso figurato) un po’ per ricostruire un paniere di convenienza che renda ancora possibile svolgere questo lavoro e, un po’, per tornare ad essere orgogliosi del proprio mestiere.
L’agente di viaggio deve tornare a credere. E a guadagnare. Non resta molto tempo per provarci in quanto ogni giorno che passa ci si avvicina al punto di non ritorno, ma non è ancora impossibile tentare. Occorre una coscienza comune ed un comune sentire, perché è chiaro che – a prevalere – non può essere la convenienza (momentanea) del singolo ma l’opportunità del collettivo.
Cosa ne pensano gli agenti di viaggio? Perché sono loro che devono ben capire che si sta disegnando il loro futuro: i disegnatori sono tanti ma proprio loro – troppo impegnati alle scrivanie a decidere se vendere questo o quell’operatore – non tirano neppure una riga, non imprimono nessun colore. Network o sindacato? Politica professionale attiva o passività sorniona?
Non basta far parte di un network per esserne parte attiva: è necessario accettare le sue logiche economiche e condividerle, considerare i partner scelti dalla rete come i "propri" partner e credere incrollabilmente nella capacità del gruppo. Nello stesso modo non basta pagare la quota associativa per sentirsi sicuri che qualcosa di meglio accadrà: il meglio può essere a portata di mano ma non di una sola. E' necessario unirle, le mani, per cogliere risultati, e questo vale anche per quei momenti in cui nel raccolto si crede poco.
IL GRILLO S..PARLANTE by Autotutela