La storia è piuttosto semplice, e – ultimamente – anche abusata. Siamo nel 2010, ed un cliente si rivolge alla “Ezzelino Tour” di Padova per prenotare alla Costa Crociere una vacanza per se e la famiglia.
Ovviamente l’agente prenota immediatamente, incassando l’acconto – prima – e il saldo trenta giorni prima della partenza prevista. Tutto perfetto, tranne un particolare: l’agente di viaggio NON invia neppure un solo euro alla Costa. Pochi giorni prima della partenza, i clienti vengono a sapere del mancato pagamento e chiedono ragione all’agente, che li rassicura; poi stampa loro una dichiarazione con la quale attesta che, effettivamente, i clienti hanno regolarmente pagato la loro crociera, e li invia all’imbarco assicurando la totale inesistenza di qualsiasi problema.
Invece, il giorno dell’imbarco, ai clienti viene chiesto – non essendo ancora pervenuto nulla da parte dell’agenzia - di rilasciare una garanzia personale consistente in un assegno dell’importo totale della crociere, assicurandone la restituzione allo sbarco qualora fosse giunto il pagamento da parte dall’agenzia.
Morale della favola: i clienti non danno l’assegno e Costa non li fa partire.
Ovvia la denuncia e la conseguente azione giudiziaria, ma – contrariamente a quanto si potrebbe pensare – il cliente, che tra l’altro è un Giudice della Corte d’Appello di Venezia, non cita l’agente di viaggio (che nel frattempo ha chiuso l’agenzia, messo in liquidazione la società ed è stata rinviata a giudizio per simulazione di reato…) ma la compagnia armatoriale, la Costa Crociere, chiedendo sia il rimborso di quanto pagato – 3.736 euro – sia il danno da “vacanza rovinata” stimato in ulteriori 5.000 euro.
Ebbene… la seconda sezione civile del Tribunale di Padova ha condannato Costa Crociere a rimborsare la somma già pagata dai clienti nonché a rimborsare quanto richiesto per la vacanza rovinata, sentenziando, in pratica, che chi ha prenotato e pagato un viaggio ha diritto a partire anche quando l’agente di viaggio non abbia pagato l’organizzatore.
E questa, ci sia consentito dirlo, è una boiata pazzesca, oltre ad essere una situazione che – come sarà ben facile immaginare – provocherà una giusta reazione da parte degli operatori.
Certo si dovrà prima leggere con attenzione il dispositivo della sentenza, ma ciò che ci preme oggi far notare è come l’azione di pochi disonesti stia mettendo in sempre maggiore difficoltà i rapporti tra distribuzione e organizzazione: a questa sentenza si correlerà un prevedibile “giro di vite” sulle procedure di prenotazione e sulle modalità di pagamento, e se fino ad oggi ci eravamo sempre strenuamente opposti a qualsiasi richiesta ritenessimo “eccessiva” rispetto alle consuetudini, oggi siamo i primi a reclamare con forza che si adottino provvedimenti utili a bloccare questi delinquenti.
Quali? Lo si dovrà stabilire insieme, senza fare – come al solito – la corsa all’individualismo più sfrenato. Lo si dovrà stabilire tenendo conto delle Leggi ma anche e soprattutto dei diritti di chi è nel giusto, anche a costo di “offendere” qualche aspettativa o di ledere convinzioni sedimentate nel tempo. Alcuni tour operator si sono già resi disponibili a discuterne, e altri – siamo certi – lo saranno a breve. Ovviamente sono ben gradite le idee di tutti…