11 agosto. Ieri sera ho riletto con maggiore attenzione le notizie di settore trasmesse on-line da TTG nel corso dell’ultima settimana senza provare alcun particolare brivido. Il che, con i tempi che corrono, è già un fattore positivo. Alcune di queste, però, meritano una valutazione attenta per evitare che il pericoloso “morbo di Pinocchio” ci contagi, facendoci credere – come ha fatto fino all’altro giorno il nostro Governo – che la crisi non c’è, o che è cosa da poco…
Il mercato delle crociere è in aumento. Nel 2010 ha addirittura fatto registrare un incremento del numero passeggeri del 10,3%. Costa Crociere non ha perso tempo: in attesa del varo di Costa Fascinosa previsto per il maggio 2012, ha già ordinato una nuova nave a Fincantieri: consegna ottobre 2014, stazza di 132.500 tonnellate e posto per quasi 5.000 passeggeri. Circolano le prime indiscrezioni sul nome, che pare sarà “Costa Semivuota” per celebrare i risultati della stagione estiva 2011 dove la compagnia si è prodotta in offerte di ogni genere per riempire cabine. Offerte peraltro superate anche dalla sua diretta concorrente MSC, che ormai vende le cabine a prezzi talmente irrisori da mettersi in competizione non con le altre compagnie crocieristiche ma con gli ostelli della gioventù.
Attenzione particolare la meritano i risultati delle tante compagnie aeree: tutti positivi, come sono positivi i risultati delle società di gestione aeroportuale di buona parte del nostro Paese. La gente vola, da e per l’Italia. Vola con compagnie di linea e con le low-cost, vola verso destinazioni vicine, lontane e lontanissime, vola più di quanto volava ieri e, probabilmente, meno di quanto volerà domani. E giunta a destinazione, tutta questa gente dormirà da qualche parte, probabilmente in alberghi in grado di assicurare loro un letto. Alberghi e letti già prenotati prima della partenza, quindi. Riflettete su questo dato, per cortesia.
E arriviamo quindi a dati puramente italiani. Una ricerca effettuata da InfoCamere per conto del Sole24Ore porta alla luce un dato molto interessante: ben il 66% delle imprese turistiche italiane non arriva a compiere i dieci anni. Muore prima, insomma. E’ vero che a creare questo dato contribuiscono le imprese create per scopi precisi e temporanei, ma è altrettanto vero che molte agenzie di viaggio e tour operator faticano veramente tanto a “sfondare” il muro del decennio: vendite, trasformazioni, chiusure, tutte pratiche che determinano la fuga dal turismo quando le imprese sono ancora ben giovani. Anche questo merita una particolare attenzione…
Infine arriviamo al “morbo di Pinocchio”. Si contrae prendendo per buoni i dati forniti dall’ASTOI che, in punta di naso (lungo), dichiarano che “…last minute e vacanze intelligenti segnano una ripresa delle vendite per fine agosto e settembre con chiari segnali di crescita…”. Confortato da questo dato ho chiamato diversi tour operator per conoscere la misura della loro crescita grazie soprattutto alle vacanze intelligenti, ma ho avuto diverse sorprese. Innanzitutto nessuno conosceva questa tipologia di vacanza avendo sempre avuto a che fare solo con quelle stupide, ma il peggio è arrivato con la crescita, in quanto tutti meno uno, e dico uno, hanno pacificamente dichiarato che questa estate, a crescere, sono state solo la paura, i posti invenduti e il rosso in banca.
Allora ho riletto l’articolo concentrandomi su altri aspetti: “…la durata della vacanza media degli italiani è di 12 giorni (??) e le mete preferite sono il mare Italia, le isole greche, le Baleari e le Canarie. Per il lungo raggio si preferiscono Carabi e Oceano Indiano…”. Tutte destinazioni in cui – è cosa nota – i T.O. italiani si impegnano a realizzare pacchetti appunto per i 12 giorni di vacanza “medi” dei loro connazionali e dove gli albergatori si strappano i capelli pur di vendere i 12 giorni piuttosto che i sette o i quattordici. Ma no, forse… Certo! I 12 giorni sono la classica media tra i 7 e i 14! E io che credevo che finalmente gli operatori italiani avessero capito che la flessibilità sulla durata delle vacanze è – e sarà – una sempre più pretesa caratteristica della domanda…
Niente da fare. In questi ultimi due anni sono scomparsi molti tour operator ma i sopravvissuti non sembrano aver colto alcun segnale utile a migliorare. Anche molte agenzie hanno chiuso, e altre chiuderanno: non sono compagnie aeree, loro – sui voli – non producono utili. Non sono nemmeno albergatori, quegli albergatori che in luglio e agosto inondano le agenzie di fax e e-mail con incredibili offerte ma durante tutto l’anno puntano direttamene ai clienti con offerte ancora più basse. Alla faccia dei T.O. che spendono centinaia di migliaia di euro per pubblicarli sui propri cataloghi!
Gli agenti non sono neanche tour operator, ex partner dai quali si stanno via via allontanando per dar vita a forme di lavoro forse più complesse ma certamente meno avvilenti. Gli agenti stanno tentando di creare quei 12 giorni di vacanza per i loro clienti senza dover ricorrere alla media inglese, stanno tentando di vendere polizze assicurative per le vacanze a prezzo corretto, stanno tentando di combattere la vergogna delle quote di apertura pratica e del fuel surcharge come meglio possono. Non rivolgendosi ai tour operator se non in caso di necessità. Ma gli agenti non sono tour operator, e anche su questo è necessario riflettere.
I mali del turismo italiano sono tanti, tutti importanti. Nessun agente o T.O. può più contare sull’immunità garantita dal proprio alberello cintato dal filo spinato: oggi si è tutti appesi a testa in giù ai rami secchi della stessa pianta, e se non si vuol cadere a terra è bene ripensare a modelli e sistemi. Magari insieme.
IL GRILLO S..PARLANTE by Autotutela