27 agosto. L’Italia ha ufficialmente finito le vacanze. Le città tornano al loro ritmo scandito dalle lamentele dei benzinai, dei commercianti delusi dall’esito dei saldi, dai timori degli italiani che pensano alle prossime spese: scuola, riscaldamento, IMU e imposte sovrannaturali. E dai gemiti degli AdV che già pensano rumorosamente al loro futuro.

Rumorosamente perché le loro preoccupazioni non vengono gestite ed elaborate discretamente tra le quattro mura dell’ufficio o di casa, al cospetto dei collaboratori o dei familiari… No, le lacrime vengono affidate alle conversazioni su Facebook o su altri blog, novelli muri del pianto deputati a raccogliere la disperazione di tanti lavoratori che, nel breve volgere di tre o quattro anni, hanno visto dimezzarsi i ricavi ed aumentare i costi. E in questo modo, la strada da percorrere è tutta in salita, tanto in salita da scoraggiare molti dei partecipanti.

Volendo essere onesti, ci aspettavamo una ben più scarsa tenuta da parte dei tour operator: negli ultimi mesi arrivavano segnali preoccupanti da più d’uno, ma alcune ardite manovre di acquisizione hanno fugato le preoccupazioni più pesanti. Pochissimi default, e di non grosso peso, dunque, se vogliamo escludere WindJet che tour operator non è, ma che con la cessazione dei voli ne ha messi in difficoltà parecchi.

Dove invece si sono moltiplicate le situazioni di insolvenza, è stato proprio sul fronte agenziale:  tante agenzie hanno chiuso, alcune (non molte…) dopo aver incassato i quattrini dei clienti senza pagare gli operatori. Già, perché purtroppo i buchi della cintura sono terminati e siamo passati all’elastico…

Qualcuno dirà che era inevitabile, altri daranno la colpa alla crisi, alle commissioni basse o al web, ma la realtà dei fatti è che questa situazione farà si che le contromisure che i T.O. adotteranno andranno a penalizzare – ancora una volta – non i meno onesti ma, al contrario, quelli che hanno tenuto un comportamento corretto e rispettoso degli uni e degli altri.

D’altronde non possiamo non vedere i margini sempre più risicati che avrebbero la pretesa di tenere in piedi un settore sempre più in difficoltà, margini che si assottigliano ancora di più quando diventano oggetto di una concorrenza “a coltello” tra i tanti charteristi del mercato.

Comunque è bene ricordare che l’agenzia che non paga i fornitori o che truffa i propri clienti danneggia tutti, anche – e soprattutto – quelli che invece pagano e vendono regolarmente. Questa agenzia è quindi da considerare una vera e propria nemica della nostra categoria, e non una vittima delle circostanze: se ci si accorge di non poter più giocare, si lascia il tavolo ma non si bara.

E’ per questo motivo che da oggi in poi segnaleremo a tutti i Tour Operator i nomi di quelle agenzie che rappresentano un rischio (insostenibile…) per la comunità del turismo. Non dateci dei traditori… Non sarebbe giusto né corretto:  la tutela e la salvaguardia delle nostre imprese passa anche attraverso una forma di coscienza collettiva che non può ignorare questa forma di disonestà dalla quale bisogna prendere le distanze. E che bisogna combattere, ci piaccia o no.

In caso contrario, quando si volesse far finta di nulla davanti a questi episodi, dovremmo anche avere il buon gusto di non lamentarci più di fronte ai “pacchi” di un T.O. o di una compagnia aerea… Giusto?