“Per favore… Da oggi concentrate da noi tutte le prenotazioni relative alle destinazioni da noi programmate… Grazie mille per quanto farete.” Siamo abituati ormai a tutto, incluse le richieste più o meno amichevoli o le pressioni più o meno fastidiose per concentrare su alcuni T.O. le richieste, soprattutto in momenti di vacche magre quali sono questi, ma alla richiesta del “favore”, alla quasi “preghiera”… No, a questo non eravamo ancora arrivati.
La richiesta d’aiuto arriva da un piccolo tour operator specializzato su una ben specifica area geografica del Mediterraneo, un operatore serio, di piccolissime dimensioni, uno di quelli – per intenderci – che “piace” agli agenti di viaggio e al quale gli agenti di viaggio piacciono.
Eppure, nonostante queste premesse, la richiesta di collaborazione arriva addirittura preceduta da un “Per favore… ” al quale nessuno di noi è più abituato, e che sposta la questione della collaborazione tra agenti e tour operator su un’altra dimensione, dove – anziché i tabulati capaci di definire la scalata verso il mezzo punto in più o il precipitare verso drastiche riduzioni commissionali – entrano in gioco l’educazione ed il classico “do ut des”.
Si, perché il messaggio in bottiglia inviato non per mare ma sulle onde dei flussi telematici, contiene anche una frase che, nel leggerla, ci ha fatto strabuzzare gli occhi… Infatti, dopo la richiesta del favore, poche ma lapidarie parole: “Cosa vi offriamo in cambio!?!?”
A parte la sovrabbondanza di punti interrogativi ed esclamativi, che tanto non si pagano e quindi viva l’eccesso, è il leggere che qualcuno ha ancora ben chiaro il fatto che, per ottenere la collaborazione degli agenti di viaggio, è necessario dare in cambio qualcosa che abbia un ben preciso valore, non le elemosine che alcuni T.O. abbinano alle prese per i fondelli agli AdV e alla scorrettezza verso i viaggiatori. Ce ne sono parecchi, di questi, e tutti ne conosciamo nomi e cognomi…
Bene: non possiamo, né vogliamo, pubblicizzare quell’operatore o quell’altro, ma questo che ha scritto “per favore” e altre frasi nelle quali è facile leggere un rapporto che pare essere diventato roba da museo, beh… A noi piace. Piace l’umanità che credevamo perduta, piace la trasparenza di un messaggio che dice chiaramente che senza aiuto reciproco non si va da nessuna parte, piace si parli di conoscenza del prodotto, di cortesia, di educazione e gentilezza.
Si, perché di controller ballisti, di operatori mummificati ma convinti di essere portatori di oro, incenso e mirra e di operatrici di booking che non sanno neppure cosa sia un mappamondo ne abbiamo piene le tasche. Ben venga qualcosa di diverso.
Ben vengano – o tornino – i piccoli operatori, quelli che lavorano tutta la vita su un prodotto facendolo tanto bene da poterlo insegnare ai “big” che, pur programmandolo, neppure sanno di cosa si tratta, quelli che conoscono gli agenti di viaggio per nome e che lasciano al booking persone che forse costano 100 euro in più al mese, ma che quando c’è da parlare di una struttura, di una spiaggia o di un qualunque paesino costiero sanno cosa dire e cosa consigliare, quelli con i quali gli accordi si possono fare anche per telefono sapendo che non si rimangeranno la parola, a differenza di quelli che gli accordi li fanno preparare dagli avvocati, te li mandano per fax e poi se ne fregano.
Agli Agenti di Viaggio – quelli con le maiuscole – una preghiera: non buttate sulla pira del mezzo punto in più o della pubblicità televisiva il lavoro dei piccoli artigiani del turismo: aiutateli a mantenersi in vita e a crescere il giusto perché restino i vostri partner migliori e non ve ne pentirete mai, perché saranno proprio i piccoli T.O. che potranno aiutare la nostra categoria a risollevarsi… Nessuno può far tutto da solo, e nessuno può fare a meno degli altri. Quando scegliete, fatelo guardando chi è più simile a voi, e non chi ne rappresenta l’esatto opposto.