Non passa giorno privo dei lamenti provenienti dal settore agenziale: commissioni basse, operatori scorretti e incapaci di seguire le tendenze del mercato, multicanalità aggressiva e penalizzante e chi più ne ha più ne metta.  Tutti vittime – e diciamo tutti intendendo produzione e distribuzione – di un modello di mercato vecchio e non più premiante.  Ma si può cambiare?  La domanda nasce da un quesito che ci è stato posto da un grande T.O. straniero:  gli agenti di viaggio italiani, o almeno una parte di questi, sarebbero capaci di cambiare il proprio modo di lavorare adattandosi a modelli diversi, meno “italiani” e decisamente più “europei” ?

In Italia le agenzie di viaggio sono abituate a vendere ogni operatore presente sul mercato, dal più grande al più piccolo, pur di dar soddisfazione ad un cliente che, comunque, pare virare sempre più decisamente verso prodotti meno schematizzati e più flessibili, prodotti in grado di adattarsi a nuove esigenze e aspettative in termini di durata e di prezzo. 

Questo mercato così "aperto" ha generato la cronica incapacità di rapportarsi alla produzione in modo costante e fedele, impedendo a chiunque di poter realmente e concretamente pianificare il futuro. E’ per questo che sono nati e si sono sviluppati i network, realtà capaci (o che, almeno, ci provano…) di canalizzare le vendite degli agenti su questo o quel T.O. generando una sorta di “certezza”, di pianificazione, appunto.

Ma se nascesse una catena di agenzie fortemente legata a non più di 4 o 5 operatori capaci di garantire il prodotto necessario con marginalità forti, e di assicurare agli stessi agenti una visibilità mediatica in grado di sostenerne l’attività, questi saprebbero adattarsi ad un sistema simile a quello di molte catene monomarca europee?

Chiaro che la domanda è di per se stuzzicante e provocatoria… Nessun network ma un pool di produttori ristretto, miscelato tra nazionali ed esteri, con forti capacità economiche e notevoli ambizioni capace di sostenere la “propria” rete sia commercialmente che economicamente… C’è di che pensare!

Comunque non siamo stati in grado di rispondere, preferendo chiedere direttamente a voi agenti e proponendovi l'apertura di un dibattito intelligente su questo argomento non perché lo riteniamo particolarmente importante ma, piuttosto, perché parla di CAMBIAMENTO.  Ed è, questo, un passaggio obbligato per garantire la sopravvivenza di una specie – la nostra – che se non si dimostrerà in grado di cambiar pelle dovrà obbligatoriamente rassegnarsi ad accettare un fortissimo sfoltimento dei ranghi. Entro breve.

Per un po’, parliamo di cambiamento. E vediamo di parlarne in modo concreto e non permeato di idealismo che non porta da nessuna parte…