Nel bellissimo mare di Marsa Alam è stata lanciata una bottiglia contenente un messaggio: “Agenti di Viaggio… tornate a vendere l’Egitto con rinnovato entusiasmo e con la massima serenità! L’Italia deve recuperare il terreno perduto, dedicandosi alle destinazioni prive di problemi senza però dimenticare quelle per ora penalizzate dallo sconsiglio”.
A lanciare la bottiglia dalla convention “United for Egypt” sono – insieme – Astoi, Ainet, operatori turistici, compagnie aeree ed il Ministero per il Turismo egiziano, tutti preoccupati per il crollo del turismo italiano sulle coste del Mar Rosso, sceso dal 1,5 milioni di persone del 2010 alle 500.000 circa del 2013, e con una costante perdita del 40-50% anche su Marsa Matrouh e Marsa Alam. Una vera debacle della quale nessuno, stranamente, vuole assumersi la responsabilità, preferendo scaricarla sul MAE, sui media, sulla paura ingiustificata degli italiani e, già che ci siamo, sugli agenti di viaggio poco collaborativi.
Il dito viene ovviamente ed impietosamente puntato in primis sulla Farnesina, colpevole – con gli sconsigli del 2013 su tutto l’Egitto e con quello del 2014 limitato alla penisola del Sinai – di aver innescato un’esplosione a catena della quale non si vede la fine: questo secondo alcuni, ma non per tutti.
La realtà che emerge da quanto dicono gli agenti di viaggio e i consumatori è invece un’altra, ed è una realtà che indica, quali primi responsabili di questo tracollo, proprio gli stessi soggetti che oggi, dal palco, chiedono aiuto, e quindi le Autorità Egiziane ed i tour operator.
Che l’Egitto non sia il Paese capace di garantire serenità in maniera costante è cosa risaputa. Nell’ultimo decennio gli sconsigli più o meno pesanti da parte del Ministero degli Esteri non sono stati casi isolati, e questa è una responsabilità che pesa sulle Istituzioni egiziane e su nessun altro: assicurare il controllo e la sicurezza di un territorio non è compito che un Paese possa delegare ad altri, idem dicasi per le conseguenze delle falle nei sistemi di sicurezza che hanno messo in allarme mezza Europa.
Ma i primi colpevoli, a ben leggere ciò che scrivono gli agenti di viaggio riportando anche i pensieri dei loro clienti, sono proprio i T.O. che oggi chiedono a noi AdV di fare autocritica per capire se stiamo facendo davvero di tutto (noi…) per vendere al meglio il Mar Rosso! Probabilmente hanno memoria corta e capacità di raziocinio pari a zero, e si sono scordati che – dopo lo sconsiglio dello scorso agosto – i loro comportamenti hanno fortemente penalizzato viaggiatori e agenti, tanto da far passare a buona parte di loro l’idea di pensare all’Egitto quale prossima meta di vacanza.
Chi prenoterebbe tranquillamente una destinazione che domattina potrebbe essere sconsigliata, ancor più sapendo che gli operatori si tratterrebbero una parte dei loro soldi (peraltro senza alcuna ragione plausibile)? Solo dei pazzi... E quanti agenti, già scottati dalle situazioni degli ultimi dieci mesi, consiglierebbero l’Egitto ai propri clienti senza la preoccupazione di dover chiamare il proprio avvocato il giorno dopo?
No, impossibile pensare ad una ripresa dell’Egitto quando non sia preceduta da un’azione fortemente rassicurante da parte del Governo Egiziano e degli operatori turistici interessati… Volete invertire la tendenza? Assicurate contrattualmente il cliente: garantite che in caso di annullamento per sconsiglio restituirete i soldi versati entro sette giorni, e con denaro, non con buoni viaggio, oppure garantite che potranno usufruire delle tutele loro dovute alle condizioni stabilite dal Codice del Turismo. In caso contrario i viaggiatori sceglieranno altre mete, anche consigliati dagli agenti di viaggio, che tutti incoscienti non sono.
E questo con buona pace non tanto delle “statistiche”, ma degli investimenti – anche immobiliari – effettuati da tanti operatori italiani che, ora, tremano.