G-85-logoChe sarebbe nuovamente successo lo sapevamo tutti. Dove sarebbe successo lo sapevamo un po’ meno: Londra? Roma? Washington? Berlino? La sfortuna di dover contare le vittime del terrorismo islamico è toccata di nuovo a Parigi, già colpita dalla strage di Charlie Hebdo, dall’attacco di Coulibaly e dalla sparatoria ai danni del TGV.

E’ toccata di nuovo a Parigi la disperazione di genitori che non vedranno tornare a casa i loro ragazzi usciti per ascoltare musica, bere qualcosa con gli amici, scherzare con altri giovani.

E toccherà di nuovo a Parigi spiegare al mondo il motivo per cui, nonostante si possedessero liste di persone sospettate di essere “foreign fighter” o più semplici fiancheggiatori di questi pazzi estremisti, questi individui non sono stati messi in condizione di non agire.

Tutti i Paesi potenzialmente bersaglio dell’estremismo (e, quindi, tutti i Paesi…) dispongono di uomini deputati a proteggere le istituzioni, lo Stato, la gente: sono quei servizi di sicurezza che incessantemente raccolgono dati, li compongono in schede sempre più particolareggiate, disegnano scenari e paventano obiettivi. Ma che non arrestano preventivamente nessuno, aspettando colpiscano per poi fermarli, o tentare di fermarli.

Non sono un giustizialista, non lo sono mai stato, ma credo che oggi – dopo questa ennesima notizia devastante – dentro di me ci sia solo una voglia pazza di fermare questa scia di sangue colpendo il più duramente possibile questi assassini, anche prima che lo possano diventare con il beneplacito di Hallah.

Da oggi la Farnesina avrà l’ingrato compito di pensare agli italiani in modo più coerente, decidendo cosa sia o non sia realmente da sconsigliare e facendosi carico di fornire indicazioni che facciano chiarezza sia per i turisti che avranno ancora voglia di viaggiare (fermo restando il fatto che l’Italia pare essere un trofeo ambitissimo per queste carogne…), sia per le nostre imprese che potrebbero essere chiamate in causa per non aver ipotizzato che anche al Santuario di Loreto…

Oggi non sono Charlie Hebdo ma sono infinitamente furioso, infinitamente triste e infinitamente impotente davanti ad una situazione che ci sconvolge tutti. E attenti… non è finita.