In pochi giorni gli sforzi del mondo del turismo sono stati vanificati
Erano stati tre giorni importanti durante i quali entusiasmo, voglia di riprendere e recuperare e progettualità avevano connotato positivamente un mondo che pareva essere sul punto di esalare gli ultimi respiri. Tre giorni in cui i saloni della fiera – certo meno affollati ma non per questo meno densi di fermento – avevano ospitato imprenditori coraggiosi e determinati a lottare contro le conseguenze del Covid.
Ma è bastata una settimana per riportarci indietro di mesi, per farci tornare all’incubo delle chiusure, delle limitazioni, delle zone rosse, del lockdown. Per farci ricadere nel baratro della confusione e dell’incertezza.
Sì, perché nulla è peggio dell’incertezza. Noi abbiamo perso il lavoro di un anno e più oltre a buona parte delle prospettive future, abbiamo perso il denaro guadagnato e non ne abbiamo potuto guadagnare altro proprio a causa della infinita confusione generata dal Governo, dalle decisioni dei Governatori delle Regioni, dai pareri contrastanti buttati come coriandoli nei talk-show televisivi da scienziati, virologi, medici…
E sul fronte degli aiuti – per quanto ce lo aspettassimo – non è che sia un successo: la CIG che viene rinnovata per brevi periodi – e pagata con infinito ritardo – ci impedisce di ragionare sul futuro dei nostri collaboratori, sostegni economici di ridottissima entità e solo promessi, perché nessuno li ha ancora visti, bonus inutili che dopo essere risultati un “flop” vengono comunque rinnovati perché allo Stato, ai nostri Ministri, non piace ammettere di aver sbagliato.
Rifinanziamenti, Recovery Fund, MES… tutte parole che si rincorrono ma senza cambiare di una sola virgola la nostra situazione: siamo al palo, anche il 2020 - e la prima parte del 2021 - si chiuderanno senza vendite, le nostre risorse economiche si assottigliano ogni giorno di più e il Governo è ormai chiaramente nel pallone, privo di visione d’insieme, proiettato su enormi difficoltà che – però – non comprendono le nostre. E allora dobbiamo capire cosa fare, dobbiamo capirlo da soli.
Crediamo sia venuto il momento di parlarci insieme escludendo, per un momento, le istituzioni e la politica che hanno dimostrato di non essere né capaci, né disposti ad aiutarci. Crediamo che le associazioni debbano quindi istituire un loro esclusivo tavolo per elaborare i piani necessari ad affrontare il futuro del turismo, e che debbano farlo con la massima urgenza, allargando il dialogo alle singole agenzie di viaggio.
Se è vero che le differenze ideologiche dividono, è altrettanto vero che le emergenze devono unire. Dobbiamo articolare richieste sostenibili, proposte capaci di unire la necessità e il buon senso per renderle inattaccabili alle solite giustificazioni dei nostri governanti, ricordando loro che una categoria pacifica e che ha sempre brillato per la sua invisibilità, quando giunge allo stremo può diventare una scaglia sotto le unghie.
Nei prossimi giorni inviteremo tutte le associazioni ad una videoconferenza nel corso della quale mettere a confronto idee, possibilità, soluzioni. Inviteremo anche gli agenti di viaggio e i rappresentanti di altri comparti del turismo, perché questa tegola non è caduta solo sulla nostra testa.
Ci auguriamo che dall’incontro nascano nuove possibilità per tutti. Ce lo auguriamo davvero.
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