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Un’azione a tutto campo, quella raccontata dal ministro Massimo Garavaglia, che intende rivoltare come un calzino il turismo del nostro Paese.
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Dare nuova vita all’ormai tristemente famoso portale “italia.it”, già passato attraverso le incapaci mani di tutti i ministri che, in precedenza, si sono cimentati in questa impresa. Questa è una delle priorità del Ministro del Turismo che, nella prima conferenza stampa tenuta nella nuova sede del ministero, ha raccontato molto di quello che – secondo lui – potrà essere il futuro turistico dell’Italia.
Ovviamente nessun accenno all’outgoing, ma questa non è una novità: il ministro Garavaglia considera fondamentale portare turismo straniero a conoscere i nostri territori, mentre – come ha già dimostrato con i fatti nel corso del tempo – il turismo outgoing non è nelle sue corde.
Per quanto riguarda l’incoming, la narrazione del resuscitato portale “italia.it” ci parla di una soluzione capace di inglobare e rendere fruibili tutti i prodotti e servizi turistici che l’offerta delle nostre imprese è in grado di immettere sul mercato, avvalendosi delle tecniche più sofisticate quali metaverso, blockchain e ora persino una app che sarà pronta, sulla carta, per il mese di ottobre, mentre il portale dovrebbe essere disponibile per fine giugno.
Questa svolta digitale dovrebbe, nelle sue convinzioni, consentirci di puntare ad un pressoché totale recupero della percentuale di turisti persa nel corso della pandemia e di conquistare l’enorme mercato dei millennial stranieri, trasformandoli in aficionados dei nostri luoghi, marini, lacustri o montani che siano.
Questo recupero costerà 114 milioni di euro, che andranno a ridurre il vero e proprio tesoro di due miliardi e mezzo di euro derivanti dal PNRR. Inutile discutere sulla cifra, che potrà sembrare contenuta, coerente o esagerata a seconda di come la si vorrà considerare, quanto piuttosto sul contenuto e sulla fruibilità che la piattaforma potrà avere. E, ancora di più, sulla sua capacità di trasformarsi democraticamente in uno strumento utile a tutti gli attori del turismo nostrano, dalle agenzie di viaggio ai tour operator, agli alberghi, alle guide turistiche.
Sì, perché un conto è spendere soldi pubblici per restituire a cittadini e imprese contenuti condivisi e condivisibili, altro conto sarebbe – come accaduto in passato per altre situazioni – investire in soluzioni “buone” solo per alcuni big del mercato che trarrebbero sicuramente un ulteriore giovamento da questa iniziativa.
Ma come sempre abbiamo fatto, vogliamo dar nuovamente fiducia al ministro Garavaglia. Ancora di più vogliamo dargliela quando dichiara che, da maggio, il turismo italiano giocherà la sua partita con “regole uguali a quelle degli altri Paesi”.
E qui vorremmo sapere di quali regole si parla: forse vedremo finalmente una riduzione dell’IVA sul turismo? Perché combattere con altri Paesi trascinandosi dietro la palla al piede di un 22% di aliquota, non è cosa facile… Avremo maggiori impegni formativi, con relativi contributi alla formazione? Questa sarebbe cosa quanto mai auspicabile considerando il livello sempre più basso delle nostre risorse umane, alcuni Direttori Tecnici inclusi.
Caro ministro Garavaglia, accetti un suggerimento amichevole… Per una volta, non stia ad ascoltare le associazioni di categoria e i consulenti ministeriali: affitti totalmente una grande pizzeria con un paio di centinaia di coperti ed inviti altrettanti agenti di viaggio, piccoli albergatori e guide turistiche per una “pizza e birretta” e li lasci parlare. E li ascolti…
Con 3.000 euro si toglie la paura e le assicuriamo che il risultato che porterà a casa potrebbe sorprenderla!
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