Ma gli AdV non sono "NoCorr" e nemmeno stupidi... Luci e ombre dei corridoi turistici e dei voucher.
Astoi – Pier Ezhaya – Alpitour ha definito “NoCorr” quegli agenti di viaggio che, ritenendoli perlomeno inutili, si sono dichiarati contrari ai corridoi turistici (*). In realtà, più che “NoCorr” siamo “NoCogl” che, per restare nel politicamente corretto, potrebbe essere tradotto nella scarsa capacità di “cogliere” questi escamotage. Anche se intendiamo altro, ovviamente.
Ci sono però sostenitori di Astoi – Pier Ezhaya – Alpitour che – nel difenderlo e nel difendere i corridoi turistici definendoli “il respiro…” per il settore, ha definito gli stessi agenti di viaggio come “stolti, imbecilli patentati, stupidi…”. Che dire, seppure non si condivida il pensiero di Pier Ezhaya se ne può almeno apprezzare l’educazione, qualità che chi invece insulta i colleghi dimostra di non possedere neppure minimamente.
Pazienza. Passiamo ad altro. Passiamo ai voucher.
Sì, i voucher, quelli che sono stati distribuiti a pioggia da molti T.O. nel primo periodo della pandemia per far fronte ai rimborsi di tutte le cancellazioni che, ragionevolmente, non avrebbero potuto essere rimborsate altrimenti. Voucher che, tra pochissimo tempo, verranno presentati all’incasso e dai quali alcuni big players cercano da tempo di smarcarsi.
Sono tanti soldi, quelli di cui si parla. Soldi che quasi tutti i tour operator non possono o non vogliono sborsare. E anche i network – per motivi chiari solo a loro – seguono la medesima traccia.
La traccia è quella di ottenere un’ulteriore proroga, un nuovo spostamento in avanti delle lancette sperando che si torni ad incassare. Questa soluzione – inutile dirlo – farebbe esplodere la rabbia dei viaggiatori che, per via dei due rinvii già concessi, vedono sempre più remota la possibilità di recuperare i loro soldi e considerano sempre più truffaldino quel “turismo organizzato” del quale tutti vorremmo essere parte, ma non a queste condizioni.
Ma i debitori propongono anche una soluzione alternativa, ovvero che a farsene carico sia lo Stato. Questa soluzione a me non piace, ma credo non piaccia neppure ai colleghi che, con l’onestà necessaria e dovuta, hanno dato fondo anche alla moneta del salvadanaio per imborsare i clienti. E avrebbero ragione ad imbufalirsi, perché vorrebbe dire che, a pagare, sono sempre e solo gli onesti.
Quindi – per dirla alla Ezhaya – il mondo del turismo si dividerà anche questa volta, tra chi chiede che i voucher siano rimborsati e chi non li vorrà rimborsare. Tra onesti e meno onesti.
La nostra linea è chiara da tempo. L’abbiamo illustrata al Ministero del Turismo, al MiSE e al MEF, e siccome riteniamo sia una linea logica e ragionevole non mancheremo di illustrarla, la prossima settimana, alla Commissione Turismo del Parlamento Europeo. Riteniamo sia doveroso aiutare le nostre imprese, ma non tutte nello stesso modo e, soprattutto, non privandole delle loro responsabilità laddove ci siano:
:: alle imprese in difficoltà per il rimborso dei voucher a causa della (comprovata) impossibilità di recuperare le somme già anticipate ai fornitori (italiani e non), lo Stato deve consentire l’accesso incondizionato al Fondo Nazionale realizzato ad hoc, fondo che dovrà essere adeguatamente finanziato;
:: per le imprese in difficoltà per il rimborso dei voucher poiché hanno utilizzato le somme incassate per pagare la sopravvivenza aziendale (salari, integrazione CIG, affitti, tasse e imposte, utenze, ecc. ecc.), lo Stato dovrà impegnarsi a favorirne l’accesso al credito bancario a condizioni di favore (interessi, durata del finanziamento, rapidità nell’erogazione, co-obbligazione nell’ambito delle garanzie mediante i Confidi, ecc.);
:: alle imprese in difficoltà per il rimborso dei voucher in quanto le somme incassate sono state utilizzate per qualsiasi motivo diverso da quelli di cui al punto precedente, lo Stato dovrà impegnarsi a favorirne l’accesso al credito bancario a condizioni di favore (interessi, durata del finanziamento, rapidità nell’erogazione) senza però intervenire nella co-obbligazione.
Ricordiamoci che ogni singolo euro che lo Stato ha messo e metterà sul tavolo, sarà da restituire con i dovuti interessi, e che essendo soldi pubblici li dovremo restituire tutti noi.
Io sarei contento che un agente di viaggio che ha svolto il proprio lavoro onestamente e correttamente non dovesse – poi – pagare i debiti di chi, meno onestamente, con i soldi dei voucher potrebbe aver finanziato programmi di espansione, soluzioni tecnologiche e progetti di accaparramento di quote di mercato.
Non so voi, ma io la penso così.
Fulvio Avataneo / Presidente AIAV
(*) cit. “L’Agenzia di Viaggi”
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