"Avevo un gruppo prenotato per Cairo e Crociera che mi hanno annullato. Ora l'operatore vuole darmi un buono, ma i clienti rivogliono i loro soldi: che devo fare?"  "Sette persone che dovrebbero partire il prossimo fine settimana per Sharm mi hanno detto che rinunciano e che rivogliono indietro i soldi. L'operatore mi dice che non hanno ancora deciso cosa fare ma i clienti se la prendono con me..."  "Ho i clienti che me ne dicono di tutti i colori perché non so che dire, ma il T.O. non mi da risposte precise. Cosa faccio?"  "Ma fino a quando vale lo sconsiglio della Farnesina?"

Sono diverse centinaia le mail giunte ai nostri uffici da sabato mattina ad oggi, segno inequivocabile della tensione scaturita dai disordini che stanno tormentando l'Egitto.  A questo proposito è bene ricordare che la Farnesina ha emanato - il 30 gennaio u.s. - un formale "sconsiglio" rivolto a tutti coloro che desideravano recarsi nel paese. Il monito precisa che si registrano scontri di "una certa rilevanza" nella capitale ma anche ad Alessandria, Suez, Ismailia e Luxor. Inoltre sono anche segnalati disordini a Hurgada. La situazione a Sharm pare sotto controllo ma l'Unità di Crisi mette in guardia i potenziali turisti per possibili atti terroristici nelle località turistiche del Sinai.  Nel paese è in vigore il coprifuoco e gli italiani presenti vengono riportati in Italia per mezzo di voli charter opportunamente noleggiati.

La situazione è drammatica, non tanto per gli scontri che possono anche risultare meno disastrosi di quanto TV e stampa vogliano rammostrare, ma - piuttosto - per il senso di panico che si è ingenerato nella clientela che, chiaramente e ragionevolmente, non ha nessuna voglia di partire verso una destinazione a rischio.  E che l'Egitto sia a rischio ci pare innegabile.  Le associazioni rappresentanti i tour operator gettano acqua sul fuoco, chi più, chi meno, nel tentativo di parare un colpo che potrebbe influire in maniera pesantissima su molte aziende italiane: siamo al corrente delle pressioni che vengono esercitate sul Ministero degli Esteri affinché lo sconsiglio venga rimosso, fattore che porrebbe i viaggiatori nell'impossibilità di annullare senza vedersi applicare le penali.

Il consiglio che possiamo quindi dare a chi volesse rinunciare al programmato viaggio in Egitto - e non importa per quale data - è di farlo immediatamente avvalendosi delle possibilità connesse al warning emanato dalla Farnesina.  Più tardi potrebbe risultare difficile farlo.

Per coloro che non intendono annullare la programmata vacanza consigliamo di chiedere una riprotezione verso altra destinazione esente da problemi, ricordando che l'eventuale maggior costo della riprotezione è a carico del tour operator mentre l'eventuale differenza a credito del viaggiatore deve essere rimborsata dal T.O. entro sette giorni lavorativi.

Al cliente che annulla - sempre per iscritto e motivando la rinuncia - l'operatore ha l'obbligo di rimborsare le somme già incassate: se il cliente accetta, e solo in questo caso, l'operatore potrà rilasciare un "buono" del valore della vacanza da utilizzarsi in qualsiasi altra occasione, senza limiti di tempo e senza vincoli di stagionalità in quanto il buono è l'equivalente del denaro già incassato.

Agli agenti di viaggio chiediamo di non eccedere né in un senso, né in un altro: c'è un problema che colpisce non solo l'Egitto ma tutti i paesi arabi che si affacciano sul Mediterraneo. Sottovalutarlo sarebbe da idioti, esagerarlo sarebbe sbagliato. La moderazione è d'obbligo, soprattutto quando vi sono in ballo importanti interessi di tante e tante aziende che potrebbero subire ripercussioni incalcolabili. Ai clienti vanno ricordati i loro diritti e - questo vale per gli agenti di viaggio che dai clienti ricevono un preciso mandato - devono essere assistiti pienamente quando questi vengano palesemente negati; per contro, è necessario che la nostra categoria si faccia parte diligente nel non alzare il tono di un problema che è già, di per se, sufficientemente grave.

Vi aggiorneremo non appena vi saranno novità.