Un avviso a tutti i viaggiatori intelligenti, quelli che il mondo è bello anche dove è rischioso, quelli che tanto siamo italiani e siamo simpatici a tutti, quelli che fanno cassa comune, quelli che noi viaggiamo per cultura e mica per relax, quelli che chi se ne frega dell’organizzazione, quelli che noi si che vediamo la vera gente e la vera tradizione, quelli che non ti preoccupare che questi avvisi li danno solo per vendere i villaggi, quelli che ma cosa vuoi che ci capiti e poi c’è la Farnesina…. Beh, da oggi si cambia, da oggi si paga!
Era ora! Da oggi farsi rapire in paesi a rischio vorrà dire pagare, vorrà dire rimborsare lo Stato per tutti gli interventi che verranno fatti a favore di quei turisti che, fregandosene tranquillamente degli avvisi della Farnesina, decideranno di recarsi – soli o accompagnati – nelle aree più pericolose del pianeta.
Non passa infatti anno che qualche viaggiatore con la “V” maiuscola, ovvero di quelli amanti del viaggio avventura “estremo”, non venga sequestrato da una tribù o da qualche guerrigliero che, consapevole dell’esistenza di un Governo pronto ad andare in soccorso dei propri connazionali, non ne approfitti per scippare le casse del nostro stato di qualche decina di migliaia di euro. Ma fosse tutto li…
Per riportare a casa questi turisti entrano in gioco i servizi segreti, l’esercito, si attivano canali diplomatici che dovrebbero essere impiegati in maniera più seria e produttiva… Insomma, si muove una macchina che arriva a costare cifre importantissime, e tutto per far liberare e rimpatriare viaggiatori tanto intelligenti e amanti della cultura da non saper neppure leggere gli avvisi che il sito del Ministero degli Esteri aggiorna continuamente. O meglio… Leggere li legge anche, ma se ne frega.
Bene, da oggi chi si farà sequestrare o chi si metterà comunque nei guai per aver voluto ignorare gli avvisi dovrà mettere mano al portafoglio e ripagare il Paese per quanto gli farà spendere. E’ questa la decisione del Ministro Giulio Terzi di fronte al raddoppio dei sequestri di quest’ultimo anno rispetto agli anni precedenti, una decisione ragionevole supportata da un Decreto Legislativo in vigore ormai da tempo, seppure ignorato.