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ACCONTI. Perché non riflettere?

Immagine del Grillo Sparlante di WDSiamo alla vigilia di Natale e sappiamo che oltre diciassette milioni di persone non trascorreranno neppure una seppur minima vacanza a causa di ristrettezze economiche. E poco ci importa se altri dieci milioni partiranno per allontanarsi dalle miserie di casa nostra. Il risultato rimane pur sempre negativo.

In questo clima di enorme difficoltà, con posti di lavoro che si bruciano ogni giorno insieme ai risparmi di tanta gente e con le nostre aziende che patiscono la crisi ben più di quelle di altri settori, la contrapposizione tra operatori e agenti si fa sempre più aspra denunciando non tanto una difficoltà strutturale sempre esistita ma mai così evidenziata, ma una fondamentale stupidità che “ci” impone di far muro anziché sistema.

Le questioni sollevate dalle imposizioni contrattuali imposte dai big dell’operating alla distribuzione sono sfociate nel rifiuto – diffuso – ad accettarne la sottoscrizione, con cali di vendite molto importanti a danno dei T.O. che, per primi, hanno tentato di percorrere questa strada. E che i cali di vendite ci siano e siano importanti è cosa certa, come è cosa certa che parecchi network e molte agenzie “che contano”, ovvero quelle capaci di macinare milioni di fatturato con un solo operatore, questa volta non molleranno facilmente.

Dalla loro si sono messi anche molti altri operatori – parecchi anche associati Astoi – che hanno voluto dissociarsi, apertamente o discretamente, dall’iniziativa, trasformando la guerra santa di tutti nella guerra dei bottoni di pochi. E, aggiungeremmo, incazzatissimi.

Crediamo sia ora di porre un freno a questa situazione che non può far altro che indebolirci ancora di più, magari a favore di operatori stranieri o distributori alternativi.

Perché, quindi, non si discute su premesse diverse? Perché non si considera che la questione dell'acconto può essere facilmente superata se l’operatore accetta di ricevere il 10% dell’importo lasciando la differenza nelle casse dell’agente? In questo modo l’operatore disporrebbe di una sufficiente garanzia fino al saldo, nonché di una parte di quella liquidità necessaria a mantenere in positivo i rapporti con i fornitori, e gli agenti avrebbero un margine di sicurezza sia per loro che per i loro clienti.

Non ci pare difficile, e non crediamo che una soluzione di questo tipo – che sarebbe immediatamente accettata in quanto ragionevole – richieda l’istituzione di tavoli di confronto particolarmente impegnativi.

Altro discorso quello delle richieste di “garanzie” avanzate da altri operatori… Questa non è cosa seria ma cosa buffa. Gli operatori hanno creato danni al sistema per decine di milioni di euro e ne hanno determinato una caduta di immagine percepita che dovrebbero essere citati per danni da agenti di viaggio, dalle loro associazioni e persino dal Ministro del Turismo. Invece chiedono garanzie…

Comunque una cosa per volta: chi ha lanciato la campagna degli acconti ci ripensi, e scelga strade più facili e meno suscettibili di contrasti. Trovata la soluzione, si passerà alle garanzie, augurandoci che la determinazione degli agenti - fin qui dimostratasi forte e convinta – saprà farsi valere anche in altre situazioni.

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