Logo dell'operatore turistico Beberibe Tour“Spettabile agenzia, vi informiamo che allo stato attuale la scrivente società non è in grado di far fronte all’imbarco dei clienti sul volo I9-416 per i Sigg. XXXXXXXXX  - Numero pratica BO/XXXXX.  I voli per il rientro sono stati prenotati presso il Tour Operator XXXXXXXXXXXXX by XXXXXXXXXXXXX. Vi preghiamo di prendere contatto con lo stesso per il disbrigo della pratica. La società scrivente si rende disponibile fin d’ora ad assumersi le proprie responsabilità del caso nei confronti dell’agenzia e del suo cliente.”

Con questo laconico messaggio la BEBERIBE TOUR ha comunicato ad agenzie sue clienti l’impossibilità di provvedere al rientro in Italia dei clienti in questo momento in Brasile.  Nessun accenno ad eventuali azioni d’aiuto, a riprotezioni, a rimborsi. Nulla se non l’informazione relativa alla disponibilità di posti volo con altro T.O. al quale, ovviamente, pagare nuovamente i servizi già precedentemente pagati dai clienti (e dagli agenti) e il cui corrispettivo è stato interamente incassato dalla BEBERIBE.

Ora ci chiediamo se l’operatore non fosse già a conoscenza del suo stato di palese insolvenza nel momento in cui ha effettuato la vendita e, soprattutto, l’incasso; ci chiediamo se il vettore aereo – Air Italy – non fosse al corrente della situazione e, addirittura, se al momento dell’accettazione della prenotazione non fosse già addirittura creditore nei confronti del T.O.. E – ancora – ci chiediamo per quale motivo Air Italy possa oggi rifiutare l’imbarco a passeggeri incolpevoli che la stessa compagnia ha provveduto a portare in Brasile.

La domande che ci poniamo sono tante ma una, soprattutto, appare più che logica: se una compagnia aerea è consapevole di avere di fronte un soggetto potenzialmente “a rischio”, per quale motivo accetta di trasportare un passeggero dall’altra parte del mondo per poi abbandonarlo al suo destino? Forse non è questo il caso, ma i moltissimi episodi del 2009 che paiono ripetersi già in questi primi giorni del 2010 pare non abbiano insegnato nulla a nessuno. La realtà rimane quella di un viaggiatore perennemente tenuto in ostaggio da parte di operatori privi di scrupoli e da altri soggetti che, detto chiaro chiaro, di questo consumatore se ne fregano altamente.

Crediamo sia ora di fare molta, moltissima pulizia tra le frange dell’operating e crediamo che questa pulizia debba essere onere soprattutto degli operatori sani: basta accordare favori a chi, poi, ne approfitta per creare problemi, basta “chiudere gli occhi” davanti alla disonestà. Il viaggiatore chiede maggior trasparenza e onestà. Vogliamo ascoltare?