Il periodo di stasi turistica non accenna a diminuire. Dopo il dato negativo del primo bimestre 2010 rispetto all’equivalente del 2009 (-11%), anche il bimestre marzo-aprile non è stato ricco di soddisfazioni, e questo nonostante un certo qual risveglio, almeno a livello d'intenzione, verso le prossime vacanze estive sia stato concretamente espresso dai consumatori. In parole povere, l’interesse per la vacanza c’è ma mancano i soldi. E manca la sicurezza per il futuro, due elementi che non inducono certo a sognare quanto, piuttosto, a riflettere.

Soldi e tranquillità per il prossimo futuro. Queste sono le due pesanti incognite che pesano sulla bilancia turistica 2010.  All’ormai consueto fenomeno della prenotazione anzitempo attuata soprattutto verso tipologie di viaggio specifiche – i viaggi di nozze, ad esempio – o da parte di una ristretta fascia di clientela estremamente determinata a scegliere località, struttura e periodo senza sorprese, si contrappone la tendenza della maggior parte dei vacanzieri ad aspettare. Cosa?

Innanzitutto di conoscere con sufficiente tranquillità il budget che potrà essere destinato alla vacanza, operazione che richiede l’attesa delle date canoniche della presentazione della dichiarazione dei redditi e il pagamento delle quattordicesime, due elementi che – soprattutto in questi anni difficili – condizionano enormemente l’acquisto.

Quasi tutti gli operatori turistici concordano nell’affermare che, allo stato attuale, i numeri mancano, così come la maggioranza degli agenti di viaggio dichiarano di essere “sotto” anche rispetto ai numeri del 2009, che – inutile ricordarlo – erano perlomeno drammatici. Quindi, quali sono le aspettative del settore?

Da parte nostra siamo convinti che anche quest’anno il lavoro inizierà tardi, verso la fine di questo mese, rafforzando il fenomeno del c.d. last minute anche se non nelle forme e nelle dimensioni esasperate che si possono ricordare.

Semplicemente la scelta delle vacanze seguirà passo passo la disponibilità economica del consumatore, senza precederla ma senza farsi attendere. Saranno vacanze all’insegna del risparmio dove anche le mete esotiche verranno premiate per il prezzo, anche se nessuno si aspetta più i fuochi d’artificio di pseudo operatori on-line capaci di promettere i tropici ai prezzi della riviera romagnola.

Anche l’on-line, comunque, non macina i numeri che parevano essere la logica conseguenza della tendenza alla disintermediazione espressa sia dai fornitori che dai clienti: nessuno, in questo 2010, pare godere di certezze, preferendo navigare a vista e dar fondo alla fantasia per proporre iniziative commerciali tese non tanto ad offrire concreti vantaggi ma a non chiudere il mese con spaventosi segni rossi sotto i numeri.

Permane comunque la mancanza di flessibilità della vacanza italiana, primo elemento d’allontanamento del cliente dal sistema turistico organizzato: la maggior parte dei cataloghi – per non dire la quasi totalità – continua a proporre e imporre il classico 7+7, ovvero o una settimana o due di vacanza, senza prendere in esame accorgimenti che potrebbero andare incontro ad esigenze mutate anche nella durata della vacanza dell’italiano medio. E anche sui prezzi ci sarebbe da dire… Cataloghi che anziché invogliare scoraggiano, per gli alti prezzi, immediatamente smentiti da offerte che, come sempre, si susseguono una all’altra ingenerando confusione e facendo perdere di vista l’esatto valore di ogni prodotto.

Colpa del consumatore, dicono gli operatori turistici. Vogliono il prezzo basso e noi l’accontentiamo con riduzioni e sconti. Proprio come si fa con i somarelli, mettendo loro una carota appesa ad un bastone davanti al naso. E questo anche sei i consumatori d’oggi non sono certo più disposti a mangiar carote.