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ALPITOUR E GLI ACCONTI…

Fotografia del Presidente di Autotutela Fulvio Avataneo“Siamo certi che i network e le agenzie di viaggio, come noi seri ed affidabili, comprenderanno che questo è il modo di tutelare e rassicurare i nostri comuni clienti, come d’altronde già da tempo in essere in tutti i principali mercati europei”

Chiude in questo modo la nota con la quale Alpitour...

... sancisce la determinazione a richiedere l’acconto del 25% su ogni pratica prenotata dalle agenzie italiane, senza distinzione alcuna di tipologia o stagionalità. Chiude tentando di tracciare un solco fatto di serietà e affidabilità quale muro atto a dividere i buoni dai cattivi, quelli che la pensano come Alpitour da quelli che la pensano diversamente.

E in quest’ultima categoria non si è certo in pochi:  agenzie e network, la cui serietà ed affidabilità sono al di sopra di ogni sospetto, si sono già espressi – anche duramente – su questa iniziativa volta non certo a tutelare il consumatore ma, piuttosto, a far cassa nell’unica maniera rimasta.  Il tutto, tra l’altro, senza attribuire la benché minima importanza all’intera distribuzione, organizzata e non, con la quale non si è aperto alcun confronto preventivo.

Oltre ad essere un comportamento palesemente offensivo per quelli che continua a definire i suoi migliori partner – ma gli agenti di viaggio se lo sentono dire da tutti e da anni – è anche l’esatto contrario di quella che è la realtà dei fatti visibile a chiunque: nessun consumatore che versi i suoi soldi al tour operator prima della partenza può dirsi realmente tutelato.

Eurotravel, Teorema, Todomondo, Rallo, I Viaggi del Ventaglio, Columbus… Non è l’annuario turistico ma una parte di quelli che – chi più, chi meno - nel corso dell’estate 2009 hanno disatteso i loro impegni con i consumatori, intascando i loro soldi senza fornire quanto stabilito.  Di qui la domanda: di quale tutela parla Alpitour? Quale rassicurazione vuole ammannire al viaggiatore chiedendogli di “amministrare” i suoi soldi più di quanto già non faccia?

E’ mia convinzione che nessuno obietterebbe se Alpitour, a latere della pretesa che oggi avanza, ponesse una reale e concreta garanzia sia a favore del consumatore che dell’agente, magari una fidejussione bancaria – come quella tante volte chiesta da operatori e vettori agli agenti – capace di rassicurare veramente chi, con i suoi soldi, ci mantiene tutti, e al quale dobbiamo prestare la massima attenzione.

Agli agenti di viaggio dico di non accettare questa imposizione. Sapete tutti perfettamente che a pretesa segue pretesa, ad imposizione altra imposizione in quell’escalation capace solo di mettere in ginocchio una categoria di professionisti già provata dai fatti del 2009 e con nessuna voglia di fare il bis nel 2010.  Con questo non voglio certo dire che Alpitour sia buona per il fallimento in un prossimo futuro, ma è un’azienda esattamente come le altre e come le altre potrebbe aver problemi che si rifletterebbero, ovviamente, sui consumatori.

E vorrei chiudere dicendo a Sergio Testi che il rifiuto di network e agenti di viaggio a sottostare a questo diktat bulgaro non è, come da lui definito, un’azione di sabotaggio attuata per evitare di “…poterci essere, un domani, con loro…”  ma, più semplicemente, un’azione di tutela per avere un domani, e aggiungerei che se la vera intenzione di Alpitour fosse quella di avere come compagni di strada gli agenti di viaggio, ben altre sarebbero le situazioni che prospetterebbe loro.

Detto ciò, ribadisco che questa proposta deve tassativamente essere ostacolata preferendo magari altri operatori e convincendo i clienti – i clienti degli agenti di viaggio – a seguire i suggerimenti del professionista al quale si affidano. In pratica, invito gli agenti di viaggio a fare la scelta di scegliere.

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